L.A. Noire Switch
L.A. Noire è un gioco di avventura, indagini e interrogatori, in terza persona e ambientato negli anni ‘40 a Los Angeles. E’ lo stesso gioco pubblicato da RockStar Games e sviluppato da Team Bondi nel 2011, per PlayStation 3, Xbox 360 e Pc Windows. Dal 14 novembre scorso si può giocare anche in versione Nintendo Switch, PlayStation 4 e Xbox One.
Il gioco consiste nel mettere in serie, come se fossero episodi di un telefilm, tante indagini che, come pezzi di un intricato puzzle, andranno poi messi insieme a formare il quadro completo. Ogni indagine procede dall’esame della scena del crimine, passa all’interrogatorio dei testimoni e degli accusati, finisce con il verdetto finale.
Graficamente parlando assistiamo ad un precursore di quello che sarebbe stato GTA 5 tre anni più tardi: un’enorme metropoli degli anni ‘40, con traffico, pedoni, macchine e abiti d’epoca. Nulla viene lasciato al caso e anche le animazioni fanno il loro dovere. Anche la fisica applicata alle automobili è convincente, così come lo sono gli effetti sonori e la colonna sonora originale. La marcia in più di L.A. Noire, però, arriva dalle animazioni facciali: uno sforzo tecnico attuato da Team Bondi, che ha del prodigioso ancora oggi, seppure le odierne tecnologie siano più convincenti e restituiscano, ormai, gli stessi risultati senza dare l’impressione (occasionale) di essere posticce. E’ il primo, forse ultimo, caso in cui un aspetto grafico viene fuso ad un aspetto di vitale importanza del gameplay. Infatti è dalla nostra capacità di deduzione dell’espressione facciale, che dobbiamo intuire se un interrogato stia mentendo o sia troppo vago e su questa base dobbiamo accusarlo oppure pressarlo a parlare di più.
La versione Nintendo Switch ha, dal canto suo, l’ulteriore vantaggio di portare con sé le indagini di Cole Phelps, senza che queste ne risentano eccessivamente. La grafica scorre senza indugi, è molto pulita e – come tanti prima di lui – l’unico piccolo neo del giocare su schermo piccolo è la difficoltà (per i più attempati o miopi) di mettere a fuoco i dettagli più piccoli. Fortunatamente, tra indicatori visivi più grandi e – soprattutto – sonori si ha vita facile.
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