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Immortals: Fenyx Rising, Prime Impressioni

E’ stato annunciato all’E3 2019 con il nome di Gods & Monsters, durante la conferenza Ubisoft. Adesso è conosciuto come Immortals: Fenyx Rising. Si tratta di una delle ultime fatiche di Ubisoft, una nuova proprietà intellettuale destinata a PS4, Xbox One, Xbox Series X/S, PS5, Switch, PC, Luna e Stadia.

Si fonda sull’inossidabile motore grafico Anvil, creato da Ubisoft nel lontano 2007 e costantemente aggiornato per le generazioni seguenti (analogamente a come fa Epic con Unreal Engine). Videogioco d’azione e avventura in terza persona che ho potuto provare grazie alla demo esclusiva di Stadia, disponibile fino al 29 ottobre 2020.

Da quello che ho appreso di Immortals: Fenyx Rising, è nato quasi per caso mentre Ubisoft Quebec (lo stesso di Assassin’s Creed: Odyssey) è incappato in un bug che rendeva certi personaggi dei giganti con un occhio solo. In pratica popolava l’antica Grecia del più famoso titolo di Ubisoft di mostri giganteschi. Quello che casuale non è, riguarda lo stile grafico che richiama fortemente alla memoria The Legend of Zelda: Breath of the Wild. I parallelismi da poter fare non si fermano qui, dal momento che troviamo una mappa aperta, liberamente esplorabile, densa di cose da fare e da scoprire.

Non manca la possibilità di seguire la storia scritta per noi dagli sceneggiatori. Questa volta, a mio modo di vedere le cose, si sono superati. Il tenore di dialoghi e narrazione fonde sapientemente tanto la satira quanto la parodia. Immortals: Fenyx Rising, fin dalle primissime battute della demo (e, quindi, del gioco) non si prende mai troppo sul serio. Le voci narranti sono quella seriosa del titano Prometeo e quella del padre degli dei olimpici, Zeus.

La prima impressione offerta da Immortals: Fenyx Rising è quella di una parodia di Assassin’s Creed: Odyssey. La parodia sembra nascere fin dal motore grafico utilizzato, che è lo stesso: Anvil, di proprietà Ubisoft. Il sistema di controllo è mutuato quasi precisamente dall’ultimo Assassin’s Creed attualmente disponibile e chi ci ha giocato – o chi ci gioca  ancora, come il sottoscritto – si ritrova a “giocare in casa”.

Anche alcune parti dell’interfaccia, come l’inventario, sembrano identiche alla controparte Odyssey. Come il tempo che rallenta dopo una schivata all’ultimo istante oppure come il sistema di parata. Insomma: per un terzo ricorda Breath of the Wild, per un terzo Assassin’s Creed: Odyssey ma, fortunatamente per l’ultimo terzo, Immortals: Fenyx Rising brilla di luce propria. Lo fa grazie ad una presentazione artistica che gli dona molto carattere, grazie a un sistema di combattimento che si ispira ad action più puri come i vecchi God of War e i Devil May Cry. L’esplorazione appare più ragionata e il design del mondo di gioco, per quel poco che ho potuto vedere, non sembra lasciato al caso.

Tirando le somme, Immortals: Fenyx Rising, a giudicarlo dalle primissime impressioni offerte, potrebbe essere l’autentico “outsider” di questo ultimo scorcio di generazione (o primo scorcio di cross-generazione). Sottovalutarlo potrebbe essere un grandissimo errore, perché prendendo in prestito il meglio di tanti illustri predecessori, promette di impiattare un’offerta decisamente convincente per molti aspetti.

Quando copi uno solo diventa un plagio, quando copi da molti crei un lavoro d’eccezionale fattura: la storia dei videogiochi è piena di questi esponenti. Se mantenesse le promesse, Immortals: Fenyx Rising, potrebbe essere un’esperienza single-player di eccezionale fattura.

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