Ghostrunner
Ghostrunner è un videogioco d’azione in prima persona, sviluppato da One More Level, 3D Realms e Slipgate Ironworks sotto bandiera 505 Games e All In! Games. E’ disponibile per Xbox One, Xbox Series, PS4, PS5, PC Windows, Switch. Arriva su queste pagine per gentile concessione di 505 Games che mi ha permesso di provare questo gioco e di scriverne a riguardo. Prendiamo un’ambientazione tipicamente Cyberpunk, una katana, parkour d’alto livello ed una difficoltà sopra le righe e Ghostrunner è servito.
Lungi da me spiegare troppo della bella trama che si dipana durante la partita. Qui ti basta sapere che il Ghostrunner del titolo sei tu, nei panni di un certo Jack, che è in cerca di vendetta e verità. Durante il prologo, Jack viene defenestrato e ridotto in fin di vita. Viene miracolosamente salvato e, gradualmente, potenziato ciberneticamente per poter porre fine alla tirannia che governa Dharma Tower: la città-torre dove è ambientato Ghostrunner.
Le prime due cose che balzano all’occhio sono un sistema di movimento che sembra preso in prestito da Mirror’s Edge e una difficoltà tarata verso l’alto che pone fine alla nostra avventura in un colpo solo. Hai letto benissimo: basta ricevere un colpo per innescare il “game over”. Di contro basta un colpo anche per uccidere i nemici con un preciso fendente di katana. L’utilizzo sopraffino di Unreal Engine 4 consegna alla storia uno dei lavori più convincenti dei quest’ultimo scorcio di ottava generazione o prima finestra di nona generazione.
Ghostrunner è precisamente l’ultimo esponente e l’ultimo erede di una generazione al tramonto, l’ottava, quella di PS4 e Xbox One, per intenderci, che si ispira ai grandissimi che lo hanno preceduto. Io ci vedo il già citato Mirror’s Edge. Ma mi sembra chiaro anche il richiamo a Dishonored e al brillante Superhot. Da Dishonored si riprende l’aspetto dell’evoluzione del personaggio, tanto sul lato della scrittura quanto su quello del potenziamento delle sue abilità (molto singolare il dover gestire i potenziamenti come se giocassimo a Tetris). Da Superhot si prende il concetto dell’unica possibilità e unica vita a disposizione.
Purtroppo e per fortuna, il gioco è disseminato di check-point provvidenziali. Punti di salvataggio che permettono di non percorrere lunghe distanze tra un tentativo e l’altro di sopravvivere e superare un’area. Scrivo purtroppo e per fortuna perché non sempre i check-point sono posizionati in maniera saggia. A volte li ho trovati perfetti, altre volte mi hanno costretto a correre per più di un minuto, per riprovare il superamento di un livello. I livelli sono realizzati splendidamente e sono molto ispirati, così come i giochi di luce ed ombre.
Il problema è che morire, in Ghostrunner, è estremamente facile. Soprattutto durante le prime partite e i primi tentativi di ingaggio o esplorazione. Non solo i nemici ci superano in numero e sono anche letali. Anche i livelli richiedono una notevole dose di pazienza e precisione: salti, utilizzo del rampino, corse sui muri e sfruttamento di quello che, in lingua originale è “Sensory Boost” sono all’ordine del giorno. Il Sensory Boost è un impulso energetico, che permette al nostro alter-ego di fermare il tempo per qualche secondo e scattare nella direzione desiderata in maniera sovrumana.
Se non ti spaventa una generale difficoltà verso l’alto, la natura “prova e muori, poi impara e sopravvivi” già vista in Abe’s Odyssey, Limbo, Inside, Mirror’s Edge e innumerevoli altri. Se non disdegni la fantascienza spiccatamente Cyberpunk, a base di cibernetica, cyborg, robot e realtà virtuale. Se non sei di quelli che boicottano un videogioco a priori, perché è solo in prima persona, allora Ghostrunner si candida tranquillamente ad essere uno dei migliori giochi del 2020.
Perché di questo si tratta. Siamo lontani dal tam tam mediatico e da una durata di centinaia di ore di gioco tipiche degli action-rpg come Cyberpunk 2077. Siamo lontani dagli stilmemi da “serial tv made in Sony” tipici di The Last of Us, Days Gone, God of War. Siamo lontani dal ritmo compassato e dalla difficoltà “a prova di esordiente totale” a cui siamo abituati da troppe produzioni. Ghostrunner si rifà alla vecchia scuola, quella intrisa di innumerevoli fallimenti. Quei fallimenti che insegnano sempre una cosa in più al giocatore, che arriva ai titoli di coda con le proprie forze.
Ghostrunner è una perla di rara bellezza, tristemente smarrita in un porcile pieno di pubblicità. Quella pubblicità che distoglie l’attenzione da questo titolo.
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