Kena: Bridge of Spirits è un videogioco d’azione e avventura in terza persona, sviluppato da Ember Lab. È disponibile dal 21 settembre 2021 su PlayStation ed Epic Games Store. Dal 26 settembre 2022 è arrivano anche su Steam. Si tratta del primo, importante, progetto videoludico di questo studio di sviluppo fondato nel 2009, dai fratelli Mike e Josh Grier.
Lo Spirito Guida

Kena: Bridge of Spirits è ambientato in un mondo di fantasia, dove le anime dei defunti che sono ancora aggrappate alla vita terrena devono essere condotte nell’Aldilà da uno Spirito Guida.
Kena è una giovane, coraggiosa e determinata ragazza che si ritrova in una regione montana afflitta da un cataclisma che ha fatto piombare nella corruzione e della disperazione un’intera comunità.

Desiderosa di seguire le orme del defunto padre come Spirito Guida, impugna il bastone magico che apparteneva a lui e si avventura alla ricerca del Santuario della Montagna ormai caduto in disgrazia.
In suo aiuto accorrono delle misteriose creaturine, che la accompagnano dall’inizio alla fine e le conferiscono poteri e potenziamenti alle sue già presenti abilità magiche: queste creaturine si chiamano Rot.
Il Ciclo della Vita

Kena: Bridge of Spirits viene mosso da Unreal Engine di quarta generazione. È un progetto che è stato concepito per PlayStation 4 ma, sorprendentemente per gli sviluppatori, Sony ha concesso un kit di sviluppo per PlayStation 5 anche ad Ember Lab, che ha così potuto lavorare alla versione della console giapponese di nona generazione.
Quel che colpisce immediatamente la vista e l’udito, è che Ember Lab ci sa fare veramente tanto a livello di animazioni, regia e colonna sonora. Questo, perché lo studio di sviluppo ha vissuto i primi anni nel campo delle animazioni e dei corto-metraggi (questa cosa mi ricorda i primordi di Remedy).

La sensazione di giocare un film di animazione Disney o Dreamworks è palpabile dall’inizio alla fine. Lo stile del racconto è molto fiabesco e verte sul senso dell’eterno ciclo della vita e della morte, presentato con una delicatezza – per me – disarmante e ben pesata.
Aspettiamoci, dunque, un flusso narrativo mediamente breve, uno o nessun colpo di scena (se abituato a trame più intricate) e sicuramente un intento formativo di crescita morale che mi ha colpito molto e di cui scriverò nel paragrafo seguente.

Qui va ricordato che Kena: Bridge of Spirits ricorda i migliori Legend of Zelda sul piano esplorativo, che è preponderante rispetto a quello di combattimento e incoraggia un genuino backtracking.
Le fasi di platform le ho trovate ben fatte e piacevoli, mi hanno ricordato Prince of Persia: The Sands of Time o i più recenti Uncharted.
Le fasi di azione sono veloci e molto intense. Lo stile si avvicina moltissimo a quello dei soulslike più che ad altro. Senza una buona strategia, i combattimenti avanzati saranno molto difficili da affrontare. Ma sfruttando tutti i poteri di Kena, diventano molto più abbordabili.

Kena, di base combatte con il bastone; in seguito ottiene la capacità di scagliare dardi magici e di scagliare “granate spirituali”. Tutte le azioni che compie, possono essere potenziare grazie ai già citati Rot, che ne garantiscono più potenza ed efficacia.
I Rot tornano in aiuto anche in fase di esplorazione e di purificazione dalle parti corrotte dell’ambientazione. Tutte queste azioni di purificazione e ripristino dell’ordine dove regnava la distruzione ed il caos, conferiscono a Kena dei punti Karma, che possono essere spesi per migliorare ogni capacità combattiva o dei Rot.
Accettare il Cambiamento

Kena: Bridge of Spirits ci propone un racconto molto lineare e formativo, la cui narrazione scorre senza troppi scossoni e colpi di scena. Il messaggio che si vuole dare è molto profondo e mi ha colpito la delicatezza con cui questo viene veicolato.
Senza fare spoiler e basandomi sulle premesse iniziali: dal punto di vista di Kena facciamo tesoro di forti esperienze nella qualità di Spirito Guida. Quest’ultimo deve guidare le anime dei defunti nell’accettazione del cambiamento avvenuto alla loro condizione.

Un’anima ancorata al passato, alla paura e alle cose terrene si oppone, di fatto, all’ordine naturale delle cose ed attrae l’attenzione di uno Spirito Guida. Anche il nome stesso di Spirito Guida mi colpisce enormemente: non è un “tristo mietitore”, ma una figura più comprensiva, che spinge le anime a riflettere e a scegliere da sé il proprio destino.
Non posso addentrarmi di più nelle considerazioni perché odio fare spoiler. Tuttavia, al di sotto della scorza da “giochino carino e Disney”, pulsa un messaggio tanto delicato quanto potente.

Non posso che consigliare Kena: Bridge of Spirits a tutti coloro che apprezzano questo tipo di giochi d’azione e avventura e a tutti quelli che cercano una storia leggera ma dai contenuti importanti.






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