Dragon Quest Builders è un videogioco di ruolo d’azione in terza persona ed un sandbox a libera esplorazione e costruzione, come Minecraft. È sviluppato da Square Enix Creative Business Unit III, uno studio interno di Square Enix e pubblicato dall’omonima etichetta nipponica.
È disponibile dal 28 gennaio 2016 su PlayStation 3, PlayStation 4 e PS-Vita; dal 9 febbraio 2018 su Switch; dal 22 maggio 2022 su Android e iOS. Dal 13 febbraio 2024, finalmente anche i giocatori su PC Windows possono giocarci. Quelle che leggi sono le mie personali impressioni su quest’ultima versione.
Epilogo alternativo

Per chi non conoscesse la storia del primo Dragon Quest, qui basti sapere che alla fine del racconto canonico avviene un fondamentale faccia a faccia. L’Eroe ed il suo antagonista arrivano ad uno scontro verbale e quest’ultimo, il Dragonlord, gli offre la possibilità di condividere il potere e l’imperio sul mondo conosciuto.
L’Eroe accetta la malefica offerta, ma è un inganno che lo spinge in un’eterno riposo privo di sogni. Solo l’intervento della dea Rubiss risveglia il protagonista. Questi, guidato dalla voce della sua salvatrice, scopre che il mondo è andato completamente distrutto e deve essere ricostruito.
L’Eroe è l’unica persona sulla faccia della terra a poter costruire qualcosa: è il leggendario Costruttore che narrano le profezie di Dragon Quest Builders.
Cubi, martello e risorse

Il primo impatto con Dragon Quest Builders è inequivocabile. Il mondo di gioco è riprodotto in blocchi cubici e per me diventa inevitabile pensare a Minecraft. Ogni cubo ha una propria caratteristica: terra, sabbia, pietra, ferro e tutto i materiali che formano il mondo di Alefgard, che dobbiamo ricostruire.
Il “martello del Costruttore” è lo strumento fondamentale per ricavare le risorse. A questo si affianca altro equipaggiamento come armatura, spada, scudo che servono a difendersi dai mostri che infestano il mondo di gioco.
Raccogliere risorse ed impiegarle nelle prime costruzioni sarà il primo passo. Seguito dalla fusione delle risorse di base per accedere a quelle più raffinate e particolari: sono necessarie per alzare la quantità delle costruzioni e per accedere a quelle più evolute o avanzate.
Fase di costruzione e fase di difesa

Dragon Quest Builders è diviso in capitoli di storia. Ogni capitolo della storia è diviso in livelli o episodi. Ogni livello è caratterizzato da due fasi: la prima fase è quella più lunga e riguarda la costruzione di edifici e difese, oltre che il conseguimento di missioni ed incarichi che ci forniscono i personaggi non giocanti.
L’altra fase è più veloce e drammatica: si tratta di respingere un assalto ai nostri bastioni, da parte dei mostri comandati dal Dragonlord. In questa fase, il gioco prende una piega decisamente più d’azione, che segue quella di essenziale “tower defense” che è venuta prima. È in questi momenti che vediamo quanto efficaci siano stati i nostri lavori.
Il sandbox che non ti aspetti

Avevo acquistato Dragon Quest Builders al tempo della sua uscita su PlayStation, ma probabilmente non era un gioco nelle mie corde. Mi viene da pensare che non trovassi tempo e voglia di dedicarmi ad un videogioco del genere.
La possibilità di poterne parlare oggi, a otto anni di distanza, mi fa comprendere quanto sia importante affrontare ogni videogioco nel momento opportuno, non nel momento di uscita.
Ovviamente parlo per opinione personale, ciascun videogiocatore decide per sé quale sia il momento giusto per affrontare qualsiasi videogioco. Quel che mi sorprende di me stesso è constatare che otto anni fa non lo avrei consigliato a persone diverse dagli appassionati di Minecraft.
Oggi consiglio Dragon Quest Builders a tutti coloro che sono alla ricerca di un titolo ben fatto e strutturato, con ritmi ottimi tra narrazione, costruzione e azione.
Minecraft primeggia in accessibilità e libertà totale. Dal canto suo, Dragon Quest Builders mi sembra puntare su un’esperienza più completa, leggermente più complessa, piacevolmente narrativa. Il tutto supportato da uno stile grafico ed un accompagnamento sonoro di prim’ordine, senza dimenticare dialoghi divertenti, maliziosi e densi di ironia.






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