Pillars of Eternity è un videogioco di ruolo in terza persona, con visuale dall’alto e sviluppato da Obsidian Entertainment. E’ il risultato di una campagna di raccolta fondi dal basso, tramite Kickstarter e segna il ritorno di questo storico studio di sviluppo ai fasti di un tempo, dopo un decennio di sostanziali esperimenti (commercialmente) fallimentari. E’ disponibile dal 26 marzo 2015 su PC, OSx, Linux, PlayStation, Xbox e Switch.
Il mondo di Eora

Come accennato in apertura, Pillars of Eternity è un progetto arrivato dopo anni di pubblicazioni non proprio esaltanti in termini di vendite. Giochi come Alpha Protocol, Dungeon Siege 3, South Park: The Stick of Truth, Fallout: New Vegas, pur godendo del sostegno di molti appassionati che ne apprezzavano il risultato finale, non avevano permesso ad Obsidian Entertainment di sbarcare il lunario.
Ad un passo dalla decisione di tirare i remi in barca, la casa di sviluppo fondata dalle brillanti menti che avevano consegnato alla storia capolavori quali Fallout 1 e 2, Planescape Torment e Baldur’s Gate ha deciso di sviluppare un ultimo progetto in totale indipendenza.
Questo progetto, Project Eternity, sarebbe diventato Pillars of Eternity. Il primo (si sperava) di una serie di videogiochi ambientati nel mondo di Eora. Di fatto, è stato creato un universo fantasy ricco di storia, magia, avventura, caratterizzato da una profonda cornice narrativa, uno scenario narrativo ben fatto, sfaccettato, dettagliato.

Trovo encomiabile ed apprezzabile il lavoro svolto per rendere Eora un universo fantasy che ha una propria personalità ed è così caratterizzato da essere inconfondibile. Apprezzo moltissimo la volontà di ambientare dei giochi fantasy in un contesto totalmente originale, senza affidarsi a licenze quali Dungeons & Dragons o altre simili.
Le creature presenti in Eora, sia quelle civilizzate che le altre, ricordano quelle presenti in altri contesti fantasy ma qui si caratterizzano in maniera diversa, più ricercata. I continenti, le regioni, le ambientazioni sono evocative, esotiche e nulla viene lasciato al caso quando si tratta di dettagliarle a fondo: non sono messe lì a caso, insomma.
Il Viaggio dell’Osservatore

In Pillars of Eternity, il personaggio che interpretiamo è in viaggio, per lasciarsi alle spalle la vecchia vita ed intraprendere un nuovo corso, per trovare uno scopo che possa placare la sua insoddisfazione.
Purtroppo, Eora sa essere un mondo tanto fatato e affascinante, quanto spietato e pericoloso. Infatti, durante un viaggio, la carovana che seguiva il protagonista è preda di briganti da cui a stento si riesce a scampare.
Una serie di sfortunati eventi culminerà alla fine del prologo: delle visioni ci perseguitano e dobbiamo svelarne il mistero. Inoltre, c’è una maledizione che impedisce alle anime di incarnarsi nei corpi di chi nasce; oppure di abbandonare quelli di chi muore.
Si scopre in breve che, le visioni, sono quelle che affliggono gli Osservatori e noi siamo uno di questi. Cosa siano gli Osservatori, perché lo siamo anche noi e come risolvere questo flagello che colpisce lo spirito delle persone è tutto ciò che compone la bellissima trama di Pillars of Eternity, che mi ha tenuto incollato allo schermo per decine di ore, senza mai stancarmi.
Romanzo Fantasy tutto da giocare

Visivamente parlando, Pillars of Eternity si affida ad una visuale dall’alto e una prospettiva isometrica, così da richiamare i fasti dei già citati Baldur’s Gate, Planescape: Torment e Fallout.
Lo stile adottato è quello di far muovere dei personaggi poligonali in ambientazioni realizzate in due dimensioni. A leggersi sembra qualcosa di spiacevole, invece il risultato finale è di quelli che non dimenticherò mai. Mi sembra fatto tutto a mano, come se ogni singolo mattone, ogni singola tegola ed ogni fiore o albero siano stati posizionati per creare una scenografia impeccabile.
Come se un talentuoso scrittore si fosse prodigato nella stesura di descrizioni così scorrevoli e dettagliate, da farmi dimenticare il mondo vero per farmi sentire dentro Eora per il tempo di gioco.

Ho trovato molto belli gli effetti di ogni incantesimo, così come le animazioni e gli effetti quali nebbia o fumo. Tutto il comparto visivo viene affiandaco da un accompagnamento sonoro di tutto rispetto.
Le musiche che spaziano dal fiabesco all’epico, con vie di mezzo mai fuori contesto. Spendo qualche parola in più riguardo agli effetti sonori e, soprattutto, al doppiaggio: trovo che il lavoro svolto dai doppiatori inglesi sia bellissimo. Personaggi e personalità sono interpretati splendidamente, con quello stile epico e teatrale che potrebbe piacere tanto solo a me.
Ancora una volta: la sensazione di vedere un romanzo fantasy epico prendere forma e vita, davanti ai miei occhi e alle mie orecchie è stata fortissima. Non capitava dal primo Baldur’s Gate.
Leggende, Storie, racconti, aneddoti

Un’ultimo aspetto che mi preme di immortalare qui è la varietà e la quantità di missioni, incarichi e cerche che ho affrontato. Da imprese degne di essere scritte in una leggenda a storie toccanti e commoventi; da racconti degni di una fiaba o una favola, che lasciano un insegnamento vero; piccole parentesi che poi vengono ascritte come aneddoti durante il viaggio della vera impresa dell’Osservatore.
Per chi, come me, cerca storie da ricordare, anche tra quelle secondarie, gli sforzi creativi profusi in Pillars of Eternity sono di quelli che non passano inosservati.
In definitiva, trovo che Pillars of Eternity sia il miglior videogioco di ruolo “per computer” (Computer Role Playing Game, in gergo) che mi sia capitato di giocare negli ultimi 10 anni. Con tutto il dovuto rispetto all’immenso Baldur’s Gate 3 e tutti quelli che ci sono stati tra il 2015 ed ora. Ribadisco che mi riferisco alla mia personale esperienza e mio personale gusto, con questo genere di videogiochi.






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