Two Point Museum è un videogioco gestionale in tempo reale, con visuale dall’alto. E’ sviluppato da Two Point Studios sotto bandiera SEGA ed è disponibile dal 4 marzo 2025 su PC, Xbox Series X|S, PlayStation 5. Realizzo questo contenuto grazie alla gentile concessione di SEGA e di Cosmocover PR, tramite cui ho ricevuto un codice Steam per la divulgazione del titolo.
Due Punti prima di cominciare

Two Point Studios è una casa di sviluppo specializzata in videogiochi gestionali. Fin dalla prima pubblicazione del 2018, Two Point Hospital, mi ha subito colpito lo stile e il tipo di umorismo: somigliavano a quelli che stregarono il sottoscritto nel 1994 con Theme Park e negli anni seguenti con Theme Hospital di casa Bullfrog.
Ma non è tutto, perché l’interfaccia e la verosimiglianza mi portavano alla mente un altro gioco d’eccezionale fattura: The Movies, praticamente misconosciuto in Italia e sviluppato da Lionhead Studios.

Quando ho scoperto che Two Point Studios è l’unione di veterani che hanno lavorato proprio in Bullfrog, Lionhead e Muckyfoot (Startopia) ho sorriso è ho pensato “ecco perché mi sono sempre sentito a casa”.
Tornando ai giochi di Two Point Studios: nel 2018 hanno esordito con lo splendido Two Point Hospital, nel 2022 hanno proseguito con il singolare (in senso buonissimo) Two Point Campus, a tema universitario, quest’anno hanno rilasciato l’oggetto di questo articolo divulgativo dedicato alla gestione dei musei.
Un Gestionale Straordinario

Two Point Museum, visivamente parlando, si presenta come la naturale evoluzione di quanto di buono abbiamo visto fin dal titolo di esordio della serie “Two Point”. Niente stravolgimenti ma tanti miglioramenti: luci, riflessi, dettagli sono aumentati ma senza fare sentite un distacco generazionale rispetto al passato.
Il motore grafico appare quello di sempre, opportunamente aggiornato ed al passo con i tempi. Fluidità, colpo d’occhio e cura per le animazioni vanno a braccetto con una delle più belle interfacce utente (UI, in gergo, nei videogiochi si usa anche il termine “Head Up Diplay”, ovvero HUD) che mi sia capitato di utilizzare.

Tutto è raggiungibile via mouse, ogni schermata ed ogni oggetto di selezione offre delle descrizioni e delle informazioni, che sono anche localizzate anche nella nostra lingua. Tutto è sempre chiaro e ben spiegato, niente è lasciato al caso. Anche l’accompagnamento sonoro e vocale (questo, però, in lingua inglese) sono convincenti.
La Dura Vita del Direttore di Museo

Lo scopo di base di Two Point Museum è quello di rendere il proprio museo un’attrazione turistica, un polo divulgativo di cultura e scienza e, per fa quadrare il tutto, un’ottima fonte di guadagno.
Quest’ultimo si fa con i biglietti d’ingresso ma non solo: alcuni visitatori, particolarmente colpiti e felici di aver visitato le nostre sale, potrebbero fare delle generose donazioni extra.

Ogni aiuto è gradito, visto che occorre pagare gli stipendi dei dipendenti, finanziare le spedizioni, operare i restauri, investire in ricerca, sviluppo e formazione aggiuntiva per chi lavora con noi.
A rendere tutto molto vario, avvincente ed infaticabile, sono dei sotto-giochi come le spedizioni archeologiche. Queste coinvolgono alcuni membri del nostro staff, soprattutto gli esperti di antichità, che vanno a caccia di reperti da mostrare nel nostro museo.

Ogni spedizione può essere gestita tramite dei modificatori, che da un lato ne aumentano complessità e difficoltà, dall’altro garantiscono dei reperti migliori, che renderebbero il nostro museo più unico che raro.
Instancabile e Sorprendentemente

A sorprendermi totalmente, infine, è la necessità di realizzare delle zone di intrattenimento miste a cultura, vere e proprie zone di parchi tematici o luna park.
Il motivo è presto detto: non tutti, soprattutto bambini e giovanissimi, trovano stimolante l’apprendimento tramite lettura di opuscoli o bacheche. E’ molto più divertente imparare divertentosi e il nostro museo non si farà pregare per questo.

Così, Two Point Museum diventa, d’un tratto, un gioco dalle mille sfaccettature, che lo allontana dal rischio di diventare presto “monocorde” e lo avvicina a quella che, per me, risulta un’esperienza instancabile e memorabile.






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