Tainted Grail: The Fall of Avalon è un videogioco di ruolo open world in prima o terza persona, di stampo Fantasy e disponibile dal 23 maggio 2025 su PC (Steam e GOG), PlayStation 5 e Xbox Series X|S. È sviluppato dallo studio polacco Questline e pubblicato da Awaken Realms, già noti per il gioco “deckbuilder” Tainted Grail: Conquest e per il gioco da tavolo da cui tutto ha avuto origine. Realizzo questo contenuto grazie a me stesso e alla mia community, che ha scelto tramite sondaggio il titolo da recensire sul blog e sul canale YouTube.
Avalon in Rovina

In Tainted Grail: The Fall of Avalon, il giocatore veste i panni di un prigioniero liberato da una figura misteriosa, in una Avalon decadente e corrotta, 600 anni dopo la caduta di Re Artù. Il mondo è avvolto dalla Wyrdness, una forza primordiale che altera la realtà e rende ogni notte un incubo.
Basta concludere il prologo, per scoprire che siamo legati all’anima del defunto sovrano. Inizia così un viaggio per raccoglierne i frammenti, affrontando scelte morali, fazioni in guerra e una miriade di missioni secondarie.
Fin dalle prime battute di gioco, emergono due aspetti contrastanti: il grande amore di questi sviluppatori, per titoli che hanno fatto la storia come Oblivion e Skyrim; il grande debito di budget che un piccolo studio indipendente deve soffrire, mostrando subito il fianco a sbavature e spigoli che solo più tempo e rifinitura possono marginalizzare.

Cerco di spiegarmi meglio. Da un lato abbiamo una cura commovente per gli aspetti di gioco, per le ambientazioni, per la narrazione e per approfondire un’atmosfera densa, pregna di dettagli affascinanti, che la rendono assolutamente unica nel panorama dei videogiochi di ruolo d’azione attuale.
D’altro canto, pur offrendo delle ambientazioni curate, varie e bellissime da vedere e scoprire (le immagini parlano per me e meglio di me), quando si gioca si ha la sensazione di avere a che fare con qualcosa che poteva rendere ancora meglio. Fortunatamente questa sensazione non è costante, ma occasionale.
Qualche imperfezione nelle animazioni, non tutte le armi e le magie restituiscono una buona impressione “fisica”. A volte sembra di fendere l’aria con le lame, o di evocare incantesimi che i nemici nemmeno avvertono. Questo, e poco altro ancora, mi provoca subito una rottura nella sospensione dell’incredulità e mi dispiace, perché non provavo certe sensazioni di gioco dai tempi di Morrowind e Oblivion.
Libertà di Intepretazione

Tainted Grail: The Fall of Avalon mette subito le cose in chiaro fin dai primi dialoghi: non esistono bene e male, in quel mondo maledetto e corrotto, ma solo scelte e conseguenze. Prova ne è che troviamo subito dilemmi morali e scelte solo apparentemente discutibili, che possono portare a risvolti inaspettati.
Ho anche giocato due volte la stessa scena, raggiunta in momenti diversi, ed un personaggio che credevo essere parte della scenografia, insieme a tanti altri cadaveri, l’ho ritrovato vivo e ho potuto scambiare qualche linea di dialogo con lui.
La percezione di giocare due partite diverse, nonostante la sostanziale linearità della narrazione, mi è sembrata palpabile e questo avvicina Tainted Grail: The Fall of Avalon ad Avowed (che devo ancora recensire), rendendolo un’autentica e preziosa alternativa.

Il sistema di progressione è completamente libero: non esistono classi o razze predefinite, ma oltre venti alberi di abilità che permettono di modellare il proprio stile di gioco.
Il combattimento è dinamico, con armi da mischia, magie, alchimia e furtività e più aderente ai canoni dei già citati Oblivion e Skyrim che al recente Avowed. La sensazione fisica dei colpi mi è sembrata molto convincente con le armi da botta e con gli incantesimi ad area, ma non l’ho percepita con armi ed incantesimi diversi e mi è dispiaciuto.
Un degno erede di Bethesda e Obsidian

L’atmosfera è cupa, grimdark, gotica, di sicuro impatto e fascino. I dungeon mi sono sembrati intricati ma mai banali o inutilmente contorti; i villaggi in rovina e le fortezze decadenti, le creature deformate dal Wyrd e gli esseri umani che sanno essere peggiori dei mostri: tutto restituisce la bella sensazione di vivere in un mondo ben concepito e, soprattutto, originale.
Tainted Grail: The Fall of Avalon mi risulta essere un’esperienza profonda e immersiva per chi ama i GDR narrativi “story driven”. Il mito arturiano è rivisitato, per certi versi stravolto ma mai storpiato o banalizzato.
Lo consiglio a tutti gli estimatori dei videogiochi di ruolo di Bethesda e di Obsidian, che cercano un’esperienza divertente, soddisfacente ed intrigante ma lontano dalle solite bandiere molto chiacchierate.






Lascia un commento