Historical Introductions – Red Dead Revolver
Arrivato su Playstation 2 e Xbox nel 2004, Red Dead Revolver si ritaglia un posto nella grande storia del Videogioco per essere uno dei più interessanti titoli ispirati ai film “spaghetti-western” degli anni ’60. In origine era un progetto della nipponica Capcom che aveva in mente di portare in auge elementi di un suo vetusto gioco, Gun.Smoke, ma nel 2002 lo studio di sviluppo interno ha abbandonato l’impresa e rinunciato al progetto.
Provvidenzialmente arrivò Rockstar Games a rilevare il titolo acquisendone ogni diritto, lo ha affidato alle sapienti mani dello studio Rockstar San Diego (lo stesso di Midnghit Club e Red Dead Redemption) e con una saggia operazione di taglio e cucito sono riusciti a lanciare Red Dead Revolver, anche se un po’ in sordina.
Il gioco si presenta come uno sparatutto in terza persona con poca libertà di esplorazione e una sequela di missioni in cui il giocatore viene messo nelle più classiche situazioni da film western. Dall’assalto al treno a quello ad una diligenza, passando per sparatorie in un canyon e altri momenti topici.
Red Dead Revolver si distingue anche per aver portato in auge il famoso “sistema delle coperture”, tanto osannato in Gears of War ma – di fatto – visto in azione per la prima volta nel lavoro di Rockstar.
L’introduzione è affidata ad una sequenza che ricorda un film di cinquant’anni fa, accompagnata da un motivo musicale estremamente orecchiabile. La colonna sonora del gioco, tra l’altro, è una delle più belle mai ascoltate a memoria di videogiocatore, e si basa fedelmente sui grandi classici di Ennio Morricone e tutti i più grandi compositori che hanno prestato la propria arte ai film con cowboy e indiani.
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