Last Day of June è un videogioco di avventura in terza persona, che punta forte nulla narrazione e sull’esperienza cinematografica. È sviluppato dallo studio italiano Ovosonico, sotto etichetta 505 Games per Windows, Switch e PlayStation. È un gioco le cui tematiche sono l’amore e la morte, in maniera preponderante.
L’ultimo giorno di June

Carl e June formano una coppia affiatata e innamoratissima, che un giorno qualunque decide di fare una gita al lago poco distante da casa. Un luogo molto significativo per i due, nonché molto romantico.
D’un tratto, però, il tempo volge al brutto e i due si rimettono in macchina per tornare a casa, al sicuro dalle intemperie. Pur con tutta la prudenza del caso, quello sarà l’ultimo viaggio di Carl e June verso casa.
Dopo cambio di scena, ci rendiamo conto che Carl è rimasto solo. Con l’incontenibile desiderio di salvare June da un epilogo che definire triste è riduttivo. Da qui inizia il gioco di Last Day of June, che pone il giocatore al controllo di Carl e dei suoi vicini di casa, che dovranno cambiare il corso degli eventi per impedire che la coppia sia divisa dalla tragedia.
Un viaggio tra le emozioni

Last Day of June è un’esperienza tanto breve quanto intensa. Mediamente si completa entro un pomeriggio ma non è tanto importante la durata di questo titolo, quanto il messaggio potente, commovente ed emozionante che vuole imprimere nel cuore di chi lo gioca.
Accompagnato da uno stile grafico a dir poco “pittorico”, dove ogni scena sembra dipinta da un pittore dell’800 o dei primi del ‘900, il giocatore si fa strada tra ricordi, effetto farfalla, cause e conseguenze che tormentano l’animo del protagonista. Si tratta degli stessi tormenti psicologici che possono prendere chiunque di noi, di fronte ad un evento traumatico e di sicuro impatto emotivo.
Anche le musiche che accompagnano il susseguirsi degli eventi, sono perfettamente d’atmosfera e concorrono ai sorrisi e – soprattutto – alle lacrime di sincera commozione che i più sensibili potrebbero versare.
Semplice ed accessibile il sistema di controllo, che delega la levetta al movimento dei personaggi e la pressione di un tasto per l’interazione con precise parti del livello.
Alcune cose non possono cambiare

Last Day of June, ancor più di Kena: Bridge of Spirits, narra le vicende di qualcuno che non accetta il corso degli eventi. Qualcuno come noi, che mosso da amore, paura e disperazione, cerca di cambiare la storia in un ultimo, struggente, tentativo.
Last Day of June mi colpisce profondamente perché trasforma e metaforizza tramite il videogioco, un processo lento e doloroso, che mette all’estrema prova l’animo umano. Quando viene da pensare “perché è successo proprio a me? Cosa ho fatto di male?” è difficile darsi una risposta, non è facile accettare accettare la verità. È un’impresa fare nostra la nuova vita che ci viene imposta da eventi che non possiamo controllare.
È solo questione di tempo, ciascuno ha il proprio. Dopo aver accettato la verità, ci restano ricordi preziosi che ci danno forza. Resta da vivere pienamente il tempo che ci resta a questo mondo, per rendere orgogliosi di noi coloro che vanno via prima e per rendere migliore il mondo e la vita di chi resta.
Per chi non c’è più e per chi resta

Piango raramente per un videogioco, con Last Day of June ho pianto di sincera commozione: pensando a coloro che non ci sono più nella mia vita; pensando a coloro che non sono più nella vita delle persone che amo più di me stesso. E per estensione ho finito per il pensare a tutti coloro che hanno perso qualcuno e si sentono soli.
A tutti loro va la mia più totale comprensione. E l’augurio che possano trovare pace e serenità nel proprio cuore come accade ai protagonisti di Last Day of June.






Scrivi una risposta a I migliori videogiochi da giocare ad Halloween, Parte 03 – La Decima Arte Cancella risposta