Drova – Forsaken Kin è un videogioco di ruolo d’azione in terza persona con visuale dall’alto, sviluppato da Just2D e pubblicato da Deck13. E’ disponibile dal 15 ottobre 2024 su PC (Steam), PlayStation, Xbox e Switch ed è caratterizzato da una pixel art e da una creazione del mondo di gioco “fatta a mano”, quindi senza il supporto di generatori di livelli e asset. Un gioco, letteralmente, d’altri tempi che sembra aver viaggiato nel tempo e arrivato a noi da lontano.

Alla scoperta della magica terra di Drova

Drova è il nome di uno dei regni ultraterreni che sono dimora di spiriti e divinità. Il prologo di gioco narra proprio la disavventura che coinvolge il nostro alterego, che si ritrova lontano dal mondo terreno e intrappolato in quello di Drova.

La missione principale del nostro personaggio è riportare al suo posto un potente e pericoloso cristallo. Dopo di ciò può pensare di tornare a casa. In tutto questo, la sua sopravvivenza diventa imperativa e noi giocatori dobbiamo metterci nei panni di questo sopravvissuto.

Strada facendo, faremo la conoscenza di fazioni con i propri principi morali, obbiettivi ed intenzioni. L’appoggio di una delle due parti è di vitale importanza per la sopravvivenza e la missione, ed incide anche sull’epilogo delle vicende che ci vedono coinvolti.

Sembra un soulslike ma non è

La creazione del personaggio permette di personalizzare un numero discreto di aspetti estetici. Grazie ai limiti e alla magia della pixel art, possiamo creare il nostro “retro-eroe” come preferiamo. Ma l’aspetto che ho gradito di più è stato quello di non vedere pre-selezione di classi o abilità iniziali.

Fin dai primi passi, dunque, muoviamo un sopravvissuto nullatenente e senza armi, che deve farsi strada con prudenza e scegliere bene tanto le parole quanto gli alleati a cui affidarsi. Lentamente si scoprono segni di civiltà, immerse in regni selvaggi e mortiferi, infestati da spiriti e creature che ci attaccano a vista.

Solo la nostra condotta, il nostro scegliere se impugnare armi leggere e scudi, armi a due mani o equipaggiamenti magici, determina l’evoluzione del nostro personaggio. Questo è un dettaglio che mi ha colpito molto in positivo in Drova – Forsaken Kin.

Più pixel art e meno poligoni, grazie!

Come già più volte anticipato, visivamente parlando, Drova – Forsaken Kin si affida ad uno stile di pixel art che non mi ha lasciato indifferente. Tutto è “fatto a mano”, ogni pixel ed ogni elemento dello scenario è stato messo lì da chi ha creato il gioco.

Questo mi dà la sensazione di giocare ad un’opera ben concepita e pensata. Penso alla fantasia dei creativi che è stata fissata su una “tela fatta di pixel” e poi colorata da una “tavolozza virtuale”.

Le animazioni sono convincenti, gli effetti sonori buoni e le musiche di buona compagnia. Ma la parte più sorprendente viene dal giocato, perché in quel fronte, Drova – Forsaken Kin mi ha sorpreso più che nell’impatto visivo “vecchia scuola”.

La creazione del personaggio e le prime fasi di combattimento mi hanno fatto subito ripensare agli stilemi ormai assodati del sottogenere dei soulslike. Tuttavia, più andavo avanti a giocare e meno mi sentivo in uno di quei strani, reiterati, ripetitivi, dungeon crawlers ormai tutti simili tra loro.

Drova – Forsaken Kin è un’autentica esperienza di videogioco di ruolo d’azione. In quanto tale non manca la parte di gestione della stamina, dei punti vista e dei punti che servono ad attivare abilità e incantesimi. Ma sono aspetti che c’erano prima di Demon’s Souls, se qualcuno avesse qualche dubbio.

Autentico videogioco di ruolo

Il mondo di Drova è abitato da personaggi non giocanti ben caratterizzati e animati, misteri da scoprire e risolvere, incarichi e missioni da compiere. Le mappe di gioco sono vaste ma non “free roaming”, cioè a libera esplorazione. Mi hanno ricordato quelle di Chained Echoes, anche se poi i combattimenti si svolgono in tempo reale.

Molto bella e gradita la “modalità esplorazione”, che personalmente conosco dai tempi di Pillars of Eternity e vista raramente. Il personaggio si muove più lentamente per acuire i sensi. In questo modo può guardare meglio negli angoli e negli anfratti. E se presta la dovuta attenzione può scovare dei segreti o decifrare dei simboli, trovare delle trappole e bottini.

Non ho riscontrato difficoltà a combattere all’arma bianca e non ho riscontrato difetti di programmazione. Questo mi fa pensare ad un titolo davvero ben fatto e “ripulito” da ogni sbavatura.

Un po’ Morrowind, un po’ Gothic, ma autenticamente originale sia per stile che per messa in opera. Questo è uno di quei giochi che può colpire meglio e più in profondità di moltissimi altri, a patto di scendere al compromesso di giocare qualcosa che non è blasonata e chiacchierata.

Se la pixel art e la visuale dall’alto come i vecchi Jrpg non ti fanno paura, troverai in Drova – Forsaken Kin un videogioco di ruolo più unico che raro. L’ho trovato così curato da farmi stare bene. Confido che il futuro dei GdR occidentali sia in buone mani.

Guarda qui il mio gameplay!

Una replica a “Drova: Forsaken Kin – Pixel art e mitologia celtica”

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