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The Witcher

 

Geralt di Rivia era il più famoso dei Witcher, uno dei pochi cacciatori di mostri in circolazione. Divenne oggetto di famosi poemi grazie alla sua ultima impresa: liberare la Principessa Adda da una terribile maledizione. Sarebbe bastato passare tutta la notte insieme a lei. Tutto molto piacevole quindi, se non fosse che la principessa in questione fu tramutata in una Strige, un mostro orrendo e assetato di sangue. Dopo quell’impresa, Geralt finì la sua esistenza in modo drammatico, ucciso durante un “pogrom antimutanti”.

Proprio così, Geralt, come tutti i Witcher, era un essere umano che ha subito delle modifiche nel suo gene. Questo perché tutti i Witcher, nel loro lungo e doloroso corso di formazione, assumono delle sostanze altamente venefiche che se non uccidono l’aspirante cacciatore, lo mutano irreversibilmente. Se da un lato queste nuove creature ottengono immunità dalle malattie, particolari resistenze fisiche e mentali e sensi più sviluppati, dall’altro ricevono una pesante eredità: la sterilità.

Ma la storia è appena cominciata, perché Geralt, nonostante fosse passato a miglior vita davanti a decine di testimoni, si è svegliato e non ricorda assolutamente nulla che sia precedente alla sua dipartita.

Lasciate ogni speranza, voi che entrate

The Witcher è l’ultima fatica dei ragazzi di CD Projekt Red, ed è animato dalla tecnologia “Aurora”, la stessa che muove quella pietra miliare che è Neverwinter Nights. E’ un Gioco di Ruolo che condivide con i suoi illustri antenati un’ ambientazione Dark & Gothic tipicamente medievale. Il titolo in questione è ispirato da una famosa (all’estero) serie di romanzi fantasy, partoriti da una brillante mente polacca.

Il mondo di Temeria è un mondo crudele e spietato, la razza dominante è quella degli uomini e tutte le altre sono in minoranza, ghettizzate e impietosamente discriminate. Nessuno fa niente per niente, nessuno è totalmente buono o cattivo, ma tutti sono vincolati dalle leggi del mondo, del denaro e della carne. In questo contesto in cui il male non è personificato solo in mostruose creature, ma si cela dietro visi pallidi e occhi dolci, siamo chiamati ad interagire e a prendere una decisione. Non esistono scelte buone o cattive, ma unicamente decisioni e conseguenze. Queste ultime saranno spiegate solo dopo che le vostre decisioni siano state prese e le conseguenze di quel gesto siano state vissute. Questa è solo la prima di una serie di piccole innovazioni che portano nel mondo dei GdR per PC una ventata di aria fresca. Il personaggio, Geralt, leggendario e insuperabile Witcher, avendo perduto la memoria non ricorderà un bel niente di tutto quello che aveva appreso sulle arti dei Witcher, questo espediente permetterà al giocatore di avanzare nel gioco e di fare evolvere il personaggio secondo i propri giudizi.

Magia, azione e innovazione: l’alchimia

 

Geralt ha a disposizione un vasto campionario di attributi e abilità da potenziare man mano che guadagnerà i classici punti esperienza. Al di là delle classiche caratteristiche che influiranno sulla prontezza, la prestanza fisica e l’intelligenza, ci saranno molti altri attributi che attireranno la vostra attenzione. Primi in ordine di apparizione saranno le ”Rune”: sono dei poteri magici che una volta appresi daranno a Geralt delle basilari capacità magiche. Questi segni hanno differenti effetti e consumano “mana”, uno di questi è un turbine di vento, il secondo è un getto di fiamme, il terzo uno scudo protettivo, il quarto un’aura venefica per gli avversari e il quinto provoca effetti negativi sulla mente degli avversari.

Oltre ai segni saranno a disposizione del giocatore due scuole di scherma per due differenti tipi di spade: in un mondo abitato da uomini e mostri, non è sufficiente una sola arma che vada bene per entrambi. Ogni Witcher dovrebbe sapere che le creature delle tenebre sono vulnerabili all’argento, mentre gli umani e i loro simili sono alla portata del comune acciaio. Spada d’acciaio e spada d’argento saranno dunque le vostre inseparabili compagne di viaggio, per ciascuna avrete a disposizione tre differenti stili di combattimento. Lo stile forte andrà usato contro avversari lenti e potenti, lo stile veloce andrà bene per avversari veloci e fastidiosi, lo stile di gruppo invece sarà massimamente efficace contro due o più avversari che vi affrontano contemporaneamente. Sarà raro infatti che dobbiate duellare con un singolo uomo o un singolo mostro, fortunatamente per voi, Geralt è un bravissimo spadaccino.

I combattimenti con la spada offriranno un’altra piacevolissima novità, essi infatti non saranno automatici come nei classici GdR, né richiederanno una semplice pressione continua del tasto sinistro del mouse: Geralt effettua la sua mossa e il puntatore assumerà una colorazione diversa, questo è il segnale per premere, col giusto tempismo, il tasto del mouse e concatenare una spettacolare combo dagli effetti devastanti. Le animazioni di ogni personaggio, sia esso impegnato in combattimento oppure no, sono davvero ben fatte e per nulla macchinose, grazie anche al sapiente uso del Motion Capture.

 

Fin dall’inizio del gioco il ritmo della narrazione sarà calzante e i colpi di scena non mancheranno mai di sorprenderci. Superati i primissimi livelli che ci introdurranno al sistema di controllo, saremo chiamati a improvvisarci Alchimisti. Avete letto bene, perché Geralt, sarà provvisto di alambicchi e ricaverà dalle creature uccise in combattimento degli ingredienti. Questi saranno i componenti fondamentali delle pozioni alchemiche. E’ proprio questa caratteristica a rendere i Witcher speciali, perché essi non sono semplici spadaccini con una marcia in più, né una sottospecie di stregoni. La loro superiorità è data soprattutto dalla loro conoscenza dell’alchimia e dagli effetti che possono ricavare da cose e persone che li circondano. Documentandosi a dovere, Geralt potrà così apprendere da quali cose e creature ricavare gli ingredienti e quali misture preparare. Queste aiuteranno il Witcher in più di un’occasione ma ad un carissimo prezzo: la tossicità del corpo. Questa potrà essere tenuta a livelli bassi grazie ad una pozione apposita, grazie alla meditazione o grazie ad uno speciale rituale che Geralt potrà fare in particolari luoghi. Le pozioni a disposizione del Witcher non le abbiamo contate, ma sono letteralmente decine e ognuna con un effetto unico. Oltre alle pozioni, con lo stesso metodo, si possono preparare utilissimi unguenti: questi fungeranno da potenziamenti temporanei da applicare sulle spade. Ogni unguento potenzia gli attacchi contro un tipo di creatura: spettro, necrofago, insetto, bestia etc.

L’alchimia quindi è un autentico “sottogioco”, con le sue regole e i suoi effetti sul corpo del protagonista. Alcuni effetti saranno temporanei, altri saranno permanenti. Tutto quello che abbiamo scritto a riguardo quindi, ci fa tranquillamente affermare che impostata in questa maniera, l’alchimia può essere considerata a tutti gli effetti una gran bella trovata, ben più articolata e profonda di quella proposta da pochi altri titoli in commercio.

C’è tutto un mondo intorno

Il mondo di The Witcher è molto vasto, le locazioni che visiteremo saranno gradualmente più grandi e sapientemente curate. Il territorio che potremmo esplorare  sarà definito da limiti invalicabili (staccionate, cespugli, boschi,  pozzi d’acqua, barricate) ma questo non è necessariamente un  difetto, specie quando la mappa a nostra disposizione è davvero  grande e ce ne accorgeremo quando dovremo attraversarla tutta.  Inoltre tutto quello che sarà alla nostra portata è curato fin nei  minimi dettagli: abitazioni, vegetazione, personaggi, oggetti. Nulla è  stato trascurato per rendere il nostro soggiorno in quel di Temeria il  più piacevole possibile se non addirittura indimenticabile.

Quello  che  salta subito all’occhio è il dettaglio certosino con cui sono curati i personaggi che popolano le locazioni. Anche se tendono a somigliarsi un po’ troppo tra di loro, certamente sono tra i migliori mai visti in qualità, dettaglio e intelligenza artificiale. Ed è proprio quest’ultima a lasciare a bocca aperta: ognuno fa esattamente quello che deve fare, ma senza sfociare nell’inverosimile. La gente va a dormire durante la notte, esce di buon mattino per andare a lavorare nei campi o nelle botteghe, mangia a ore pasti e corre a cercar riparo dalle intemperie. Nessuno baderà a noi se noi non faremo qualcosa di eclatante o non ci avvicineremo tanto abbastanza da farci riconoscere, provocando reazioni più o meno positive (ricordiamoci sempre che siamo dei mutanti, e che quasi tutti ci guardano con sospetto). Le condizioni atmosferiche saranno dinamiche e potremmo trovarci nel bel mezzo di un acquazzone dopo aver trascorso la giornata sotto al sole, per esempio. Il ciclo notte e giorno è ben definito dalle tonalità tipiche dell’aurora e del crepuscolo.

 

Graficamente parlando, i ragazzi di Cd-Project hanno fatto un ottimo lavoro con il motore di gioco di Bioware. Modificandolo opportunamente hanno saputo offrire un dettaglio dei personaggi davvero fuori dal comune, come precedentemente detto, e in più ci troveremo di fronte ad alcuni dei paesaggi più belli ed evocativi mai visti in un gioco di ruolo. Le superfici d’acqua, le pareti delle cripte e delle abitazioni, gli abiti e le armature dei soldati, nulla è lasciato al caso, tutto è stato curato fin nei minimi dettagli. L’interazione con il mondo di gioco è limitata ai pochi mobili che potremo setacciare alla ricerca di qualcosa, alle piante/erbe che troveremo in abbondanza e da cui ricavare preziosi ingredienti, agli oggetti più o meno indispensabili che troveremo in giro.

Il reparto sonoro si attesta a livelli di eccellenza. Il cozzare di spade e scudi è ben reso, il doppiaggio potrebbe non soddisfare il gusto di tutti, gli effetti atmosferici e magici sono discreti. Quello che è stato curato molto bene invece è il reparto musicale. Le musiche sembrano affidate ad un’orchestra e ci accompagneranno tutto il tempo. Quando ci imbatteremo in qualche avversario queste cambieranno per accompagnare le nostre evoluzioni. Nella versione speciale del videogioco potremo ascoltarle tutte grazie a un cd contenente l’intera colonna sonora.

Ce n’è per tutti…ma non per tutte le età

 

The Witcher è, quindi, un Gioco di Ruolo che offre al giocatore un’esperienza totalmente nuova nel genere, una storia lunga e avvincente (sono state promesse oltre 80 ore di gioco non lineare) ma non per tutti. I contenuti del gioco, della storia e dei personaggi sono dichiaratamente indirizzati ad un pubblico maggiorenne. Il linguaggio è alle volte scurrile, il protagonista assume sostanze del tutto assimilabili alle droghe, e viene data anche la possibilità di sedurre alcune donne e godere delle loro grazie. Queste conquiste amorose saranno registrate in una maniera che può essere definita raffinata oppure volgare: in pratica per ogni ragazza portata a letto vinceremo un ritratto della suddetta con pochi veli addosso e in atteggiamenti provocanti. La violenza permea tutto il gioco dall’inizio alla fine ma questo fattore  non  è certo discriminante specie se si pensa che la violenza è presente  praticamente in tutti i titoli più venduti e giocati.

I pochi lati negativi che secondo noi fanno la differenza possono  essere riassunti nella scarsa varietà di modelli per i personaggi (a  parte  quelli principali, tutti tenderanno a somigliarsi troppo, specie in  viso); i caricamenti tra un luogo e l’altro possono essere lunghi e noiosi  (ma con l’ultima patch ufficiale questo problema è stato, in parte,  risolto) e gli spostamenti tra un luogo e l’altro potrebbero scoraggiare  più di un giocatore data l’impossibilità di trasportarci automaticamente  da un luogo all’altro.

La visuale di gioco è variabile e in parte personalizzabile, ma non crediamo di sbagliare dicendo che alla lunga prevale la scelta della classica visuale sulla spalla del protagonista (dal lontano Tomb Raider in poi, un vero “must” per ogni titolo che contempli l’azione). La prospettiva di poter personalizzare in quasi tutto il personaggio, meno che nell’aspetto fisico potrebbe essere un’altra nota negativa, unita al fatto che forse a non tutti piacerà l’idea di non poter scegliere un protagonista femminile (cosa che non ci ha toccato minimamente, ndr).

In definitiva, The Witcher è un GdR con una trama solida, ritmo mai sotto i livelli di guardia, piacevoli innovazioni (l’alchimia tra tutte) e un modo di affrontare gli eventi davvero unico nel suo genere. Raccomandando a tutti i cultori del GdR di prendere in seria considerazione l’acquisto di questo bellissimo videogioco, e citiamo la frase presente sul retro della confezione per segnalare ancora una volta la novità pregnante di questa autentica perla videoludica “Non esiste il Bene o il Male, ma solo decisioni e conseguenze”.

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