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Re Artù

 

King Arthur cover

Tra una serie targata Total War che domina le vendite degli strategici storici, gli sviluppatori di Relic Entertainment che riscrivono gli standard degli strategici in tempo reale ad ogni loro nuova uscita, Electronic Arts con i suoi Command & Conquer e Starcraft 2 di Blizzard, ecco che si fa spazio sugli scaffali Re Artù, ultima fatica di Neocore Games, pubblicato e distribuito da Fx Interactive che fa del prezzo stracciato una brillante politica di vendita. Un nuovo strategico in tempo reale con elementi di gioco di ruolo: merita plausi o indifferenza? Scopriamolo insieme!

Quando la storia diventa leggenda

Agli albori di questa storia, la Britannia era un possedimento di Roma. I problemi storico-economici che flagellarono l’Impero hanno però costretto le legioni ad una ritirata forzata. Le terre d’Albione, quindi divennero preda delle mire espansionistiche di Angli, dei Sassoni e dei vassalli fedeli all’antica Roma. Tra i tanti regnanti si distinse Uther Pendragon, il primo possessore di Excalibur, la spada sacra che garantisce potere e gloria a chi la brandisce. Sotto il suo regno la Britannia conosce unità e pace.

Quando Pendragon muore, il mago Merlino si occupa di proteggere la spada dalle mani sbagliate, la pianta saldamente in una roccia e un solo un uomo sarà in grado di impugnarla, brandirla e riportare pace, unità e concordia in una terra d’eterni conflitti. Nessuno degli aspiranti eredi al trono si rivela capace di estrarre la spada, la storiella del mago Merlino cade nell’oblio e, tutti coloro che ne hanno occasione, scendono in campo e si danno battaglia per prevalere sull’altro, invano. Ma un giorno arriva Artù, l’unico che riesce ad estrarre la spada dalla roccia. La sua impresa, però, viene ignorata dagli altri regnanti, incoraggiati anche dall’assenza ingiustificata di Merlino e dai poteri della spada, ormai svaniti.

Lo scopo del gioco

Il nostro compito è quello di impersonare Re Artù, riunire sotto la bandiera di Camelot tutti i regni della Britannia e ridare potere alla spada dimenticata. Tutto questo è più facile a dirsi che a farsi. Non abbiamo un grande esercito alle nostre spalle e i cavalieri valorosi alle nostre dipendenze si riducono a…uno! Nelle prime ore di gioco, dunque, bisogna farsi strada nella Cornovaglia – una regione della Gran Bretagna – e compiere le prime imprese che impressioneranno il signorotto locale. Questi sarà solo il primo a donarci dei soldati per difendere la nostra causa. Con il passare del tempo, altri si uniranno a Re Artù ed altri ancora lo omaggeranno di armate o di campioni. Dopo aver conquistato le roccaforti potremo anche ordinare l’edificazione di costruzioni che miglioreranno l’efficacia del governo, dell’esercito e degli artefatti che troveremo durante le avventure.

La Britannia come non l’abbiamo mai vista

Graficamente parlando, il gioco si può scindere in due grandi sezioni: la prima è quella della mappa strategica, una riproduzione in scala della Gran Bretagna, suddivisa in regioni e ottimamente realizzata. La mappa è ricca di orpelli quali la realizzazione del mare, le foreste, la brughiera, e cambierà tonalità di colore in dipendenza della stagione in corso, di cui parleremo più avanti.

La seconda sezione è quella che si attiva quando due eserciti si scontrano sulla mappa. Si accede ad una riproduzione molto dettagliata del campo di battaglia, si vedranno tutte le proprie armate e quelle del nemico e il gioco prenderà la piega di uno strategico in tempo reale: in altre parole le nostre azioni e quelle dell’intelligenza artificiale vengono compiute nello stesso momento. Ad aiutare tutti coloro che non sono avvezzi alle decisioni repentine o al ritmo di gioco serrato viene una preziosa pausa tattica. Potremo fermare il gioco in ogni momento, selezionare ogni unità, darle un ordine specifico e poi riprendere il gioco. A questo punto tutte le unità eseguiranno gli ordini simultaneamente, come se avessimo impartito decine di ordini differenti nello stesso momento: estremamente comodo e alla portata dei neofiti. Il vero peccato è che questa non è propriamente una novità, visto che ci arrivarono già gli studi di Creative Assembly, dieci anni or sono, con Shogun Total War. Un metodo di controllo classico, dunque, ma estremamente valido e che allarga il bacino d’utenza interessata al gioco.

Sia che osserviamo sulla mappa britannica, oppure i campi di battaglia, la realizzazione grafica è certamente impeccabile sotto ogni punto di vista. I bug visivi sono molto pochi e lasciano spazio ad una realizzazione delle armature e degli scenari di prim’ordine. Non siamo ai livelli di Medieval 2 Total War, ma poco ci manca. Gli effetti speciali degli incantesimi – che meritano uno spazio a parte – sono molto gradevoli e aumentano la particolarità di questo interessante titolo.

Cavalieri e quest, reliquie e incantesimi

Come in ogni gioco a sfondo fantasy che si rispetti, in cui si narra di Re Artù e bisogna guidare in battaglia soldati in armatura a piastre, non possono mancare i valorosi cavalieri, le loro mitiche missioni e le ricompense che vengono da queste.

Nel gioco di Neocore Games le nostre strade incroceranno quelle di diversi cavalieri, tutti discretamente caratterizzati. Vi sono quelli più portati per il combattimento, quelli più votati alle “quest”, coloro che hanno uno spiccato senso del governare oppure quelli che hanno grandi affinità con la magia. In ogni caso avremo a che fare con cavalieri buoni o cattivi e saranno solo le nostre decisioni a portare alla Tavola Rotonda gli uni piuttosto che gli altri.

Di tanto in tanto si attiveranno delle missioni particolari, cosiddette “quest”, che sono delle avventure in cui bisogna mandare un solo cavaliere. Questo si farà in tutto e per tutto rappresentante di Re Artù, e la sua condotta si ripercuote sulla figura del re stesso, nonché sul regno. Dall’esito delle missioni si ricevono reliquie o artefatti: armi, oggetti, armature che solo i cavalieri possono equipaggiare e usare in battaglia, per decidere marcatamente le sorti dello scontro.

Punti esperienza e questioni morali

Tanto i cavalieri quanto le armate, saranno soggetti all’accumulo di punti esperienza. Nel caso dei cavalieri il titolo assume la fisionomia di un videogioco di ruolo. All’avanzamento di livello dobbiamo incrementare un punto abilità (governo, avventura, combattimento, magia, comando esercito) e un punto talento. I talenti sono gli incantesimi propri del cavaliere, possono essere protettivi o offensivi, la scelta sarà nostra. Nel caso delle armate, invece, potremo migliorarne i valori di attacco, difesa, attacco a distanza, lealtà e prezzo di mantenimento.

Per tutta la durata del gioco saremo costantemente messi alla prova con questioni morali. Raramente dovremo compiere una scelta “giusta” o “sbagliata” e sarà la nostra condotta a decretare le conseguenze delle nostre azioni. Le strade della moralità sono quattro: cristianità, onore, autorità e antico credo. Potremo essere onorevoli e cristiani, autoritari e pagani o tutte le altre combinazioni possibili.

Che fretta c’era maledetta primavera

Le stagioni equivalgono ad un turno di gioco nella mappa strategica. Esse hanno la propria particolarità e ci obbligheranno a disegnare saggiamente le nostre strategie. L’estate è la stagione migliore per muovere gli eserciti e darsi battaglia, perché le condizioni atmosferiche sono ottimali (gli archi funzionano male con la pioggia). L’autunno è il tempo del raccolto e della riscossione delle tasse, l’inverno è la stagione in cui gli eserciti non si muovono e possono rinforzarsi, mentre nelle roccaforti si può edificare fino ad un massimo di quattro edifici che migliorano il nostro regno. La primavera, infine, è il tempo migliore per sguinzagliare i cavalieri ed affrontare le importanti quest, le missioni speciali che garantiranno esperienza, artefatti speciali e nuovi progressi nella politica.

Commento finale

Re Artù è uno strategico in tempo reale e un gioco di ruolo allo stesso tempo. Da un lato strizza l’occhio a Medieval 2 Total War, dall’altro alla serie Might and Magic. Il risultato finale è un gioco ibrido che prende il meglio dai due predecessori e lo presenta al pubblico sotto una splendida veste grafica. Anche la giocabilità si poggia sulle solide basi degli illustri giochi del passato, risultando estremamente godibile tanto per i veterani di mille battaglie che per i neofiti.

Ultima nota di colore va dedicata al comparto sonoro: al di là della convincente localizzazione in italiano, le musiche sono molto evocative e d’atmosfera. Unico grande neo di un un gioco ben riuscito è l’assenza della modalità multigiocatore, che deluderà i fanatici delle competizioni contro giocatori in carne ed ossa.

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