Dungeons: The Dark Lord
L’Oscuro Signore torna a far danni
Era il lontano febbraio 2011 quando su Steam approdò Dungeons, interessante ibrido tra un gestionale, uno strategico e un action-gdr in “salsa Diablo” che fa più di un verso al mitologico Dungeon Keeper di Bullfrog. Il lavoro di Realmforge Studios si distingue dalla massa di giochi anonimi per la sua inconfondibile caratura tecnica, l’ironia con la quale viene stemperato il ruolo del “signore del Male” e la complessiva immediatezza che è molto difficile da trovare in un gioco del genere.
A distanza di circa otto mesi, Realmforge ci riprova e confeziona Dungeons: The Dark Lord, che più di un’espansione “stand alone” (che non necessita del gioco base presente nell’hard disk per essere goduta) si propone come autentico seguito che, oltre a proseguire la narrazione del gioco base, offre interessanti novità sul piano prettamente giocoso. Scopriamole insieme.
Quando si arriva al fondo non resta altro che scavare…
E’ quello che deve aver pensato l’Oscuro Signore, protagonista di Dungeons, al termine della sua campagna di terrore, alla conquista di tutte le terre del reame. Dopo aver gettato nel caos e nella disperazione i regni “di sopra”, il nostro anti-eroe non ha di certo placato la sua sete di potere e di conquista e si è subito prodigato nella forgiatura di un potente artefatto: una paperella gommosa! Scherzi a parte, dopo aver forgiato, nell’ordine, la suddetta paperella e una scatola-sorpresa, l’Oscuro Signore è riuscito nella sua impresa di forgiare un potente artefatto: “un anello per domarli tutti”.
Bando alle ovvie citazioni letterarie e cinematografiche (Il Signore degli Anelli vi dice nulla? NdR) quel che occorre sapere che il novello Sauron ha deciso di sbaragliare la concorrenza affidandosi al suo potente anello e ad una malvagità fuori dall’ordinario. Allarmati da tanta tracotanza, gli altri signori del Male, tra cui la bella e terribile “ex” del suddetto, fanno fronte comune per arrestare questa insolita minaccia e per ricondurre “The Dark Lord” a più miti consigli.
Nulla di nuovo sul fronte tecnico
Per chi non avesse giocato Dungeons va ricordato che il gioco si divide in due fasi principali: la gestione del dungeon e l’uccisione degli invasori. Il dungeon va abbellito – o per meglio dire: malconciare – di tutta una serie di oggetti che possano renderlo terribile e affascinante per gli aspiranti eroi. Questi vanno anche “coccolati” e soddisfatti, premiandoli con tesori sfavillanti e creature da abbattere.
Quando la loro cupidigia è pienamente soddisfatta vanno personalmente accoppati dal nostro alter-ego per assorbirne la loro preziosa aura/anima, necessaria per accedere agli incantesimi e agli oggetti più potenti/terribili. Giocando, poi, il nostro personaggio guadagna punti esperienza, abilità, talenti e magie proprio come se giocassimo ad un clone di Diablo, rendendo l’esperienza di gioco godibile e molto varia, come poche volte capita di questi tempi.
Squadra che vince non si cambia, è quello che a prima vista viene da pensare analizzando gli sforzi tecnici profusi da Realmforge per The Dark Lord. Il motore grafico appare esattamente quello di otto mesi or sono, forse più ottimizzato, certamente è una garanzia di buon livello di dettaglio, belle animazioni e godibili effetti speciali. Tutto è al posto giusto e nel modo giusto, nessun bug visivo a guastare la festa. Le novità vengono dalle nuove ambientazioni, nuove tonalità di colore, poteri magici e oggetti inediti che possono essere utilizzati.
La vera novità viene dalla Rete
Il versante su cui punta forte The Dark Lord – al di là della corposa campagna in singolo dedicata più ai “fedelissimi” di Dungeons che a tutti gli altri – è certamente quello del multigiocatore online. Stiamo parlando della presenza di ben quattro modalità multiplayer competitive, la possibilità di prendere le parti di quelli che, in solitaria, sono i boss di fine livello (Minosse, il Signore dei Dungeon, il Signore dei Non-Morti tra le scelte) e di imbastire esilaranti sessioni di pestaggio selvaggio contro altri utenti per dimostrare chi sia il vero “Oscuro Signore”.
Le modalità online si dividono in: Re della Collina, Pinhata, Survival e Deathmatch, che sembrano rispecchiare le classiche modalità incontrate in tanti altri giochi che prevedono la modalità competitiva in Rete. Solo la modalità Pinhata sembra offrire qualcosa in più e di diverso rispetto alla solita offerta, ma purtroppo i server di gioco sono praticamente disabitati e non ci è stato possibile provare concretamente questa curiosa modalità di competizione.
Un gioco per pochi eletti
The Dark Lord non è il titolo più atteso del momento. Ottobre è un mese denso di giochi molto importanti e molto attesi e l’attenzione del maggior numero di utenti è catalizzata da altre e più affascinanti offerte. Questo, in prima analisi, potrebbe essere il motivo che spiega l’assenza di giocatori online e vogliamo credere che non ci siano problemi più gravi di fondo.
Dungeons: The Dark Lord, infatti, è un gioco veramente ben fatto, l’isola felice di molti appassionati di videogiochi gestionali per Pc che non riescono a trovare qualcosa di stimolante o divertente nel miasma delle offerte anonime e prive di carattere. Non è il caso di Dungeons, il problema, come detto in partenza, è che forse viene schiacciato da produzioni più blasonate.
CONSIGLIATO CON RISERVA
Dungeons: The Dark Lord è un’espansione che non ha bisogno del predecessore per essere giocata. Conferma quanto di buono è stato portato in auge a febbraio dal gioco base e si porta dietro anche i piccoli difetti inerenti al linguaggio (niente italiano, neanche testuale) e di una ripetitività di fondo dopo molte ore di gioco.
E’ scongiurato il pericolo della poca rigiocabilità perché la presenza della modalità online competitiva garantisce esilaranti sfide con altri utenti di tutto il mondo. In definitiva, The Dark Lord mi è piaciuto abbastanza da consigliarlo a chi ha apprezzato il gioco base. Non tanto da consigliarlo ad occhi chiusi al primo che passa: giocare la demo, forse, potrebbe togliere qualche dubbio ai più esigenti.
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