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From Dust

Dalla polvere alla vita

Erano anni che non sentivamo parlare di Eric Chahi, autentico genio degli anni ’90 che riuscì, da solo e con un solo floppy disk, a creare un altro mondo intero, Another World, per l’appunto: un platform altamente cinematico, con buone dosi d’azione, puzzle e avventura sapientemente fusi in pochi – pochissimi – megabyte di codice. Un capolavoro, un videogioco-culto per moltissimi appassionati, una sconvolgente pietra miliare del suo tempo nel panorama Pc.

A circa vent’anni da quel miracolo di programmazione, ecco arrivare From Dust, ma questa volta Eric Chahi non è solo, è supportato da Ubisoft e pur non vantando un budget di produzione vertiginoso prova a dire la sua con questo piccolo, grande, gioiello che è From Dust.

Cosa è From Dust

Prendendo spunto da altri grandi classici del passato, come Populous e Black & White, il videogioco sviluppato da Ubisoft Montpellier pone il giocatore nei panni di un “anelito”, cioè una sorta di divinità evocata da una tribù di esseri umani. Non è chiaro in quale spazio-tempo siamo chiamati ad agire, l’ambientazione di gioco è un arcipelago di isole tropicali ed ogni isola equivale ad un livello di gioco.

Non essendoci moltissimi indizi riguardo lo sfondo storico o narrativo, si può solo intuire che tutte le vicende ruotano su una tribù preistorica, guidata spiritualmente da uno sciamano ma – di fatto – alle nostre dipendenze, che è alla ricerca di alcuni segreti ancestrali lasciati in eredità da misteriosi “padri” o progenitori. Assumendo, pian piano durante il gioco, il potere di controllare elementi primordiali quali terra, acqua, fuoco, dobbiamo aiutare la suddetta tribù a sopravvivere alle costanti minacce della natura.

Bisogna innalzare guadi di terra e sabbia, irrigare le zone abitate dalla tribù, rendere fertile e accattivante il territorio per garantire l’arrivo di animali, ma bisogna anche innalzare montagne che difendano da tsunami, bonificare territori troppo accidentati o deviare corsi di fiumi. Tutto questo tramite pochi, intuitivi e gradevoli comandi affidati ai dorsali del joypad.

Un piccolo paradiso tropicale con interessanti dinamiche dei fluidi

Tecnicamente parlando, From Dust, si difende egregiamente pur essendo un titolo creato con poco budget. L’acqua cristallina, tipica di un altro tempo e un altro mondo, è resa molto bene ma quello che convince ancora di più è la dinamica, la fisica che gestisce il tutto. Spargere poca sabbia su un torrente provocherà solo del fango o del limo, mentre posarne grandi quantità provocherà finanche l’ostruzione di quello, ponendo fine ad un corso d’acqua. Possiamo raccogliere grandi quantitativi d’acqua e provocare una pioggia torrenziale, un’inondazione o disegnare il corso di un fiume.

A volte siamo chiamati a raccogliere grandi quantità di lava che, a contatto con l’acqua e l’aria, si solidifica e disegna delle conformazioni rocciose in maniera estremamente convincente e realistica. Gradevoli alla vista risultano gli effetti particellari quali fumo dei vulcani, polvere e tutti quel genere di effetti speciali. Altro plauso va dedicato al comparto sonoro, anch’esso molto ben orchestrato, sia dal punto di vista degli effetti sonori che dal profilo musicale. Se c’è una cosa che in From Dust non manca di certo, è una direzione artistica estremamente curata nei minimi dettagli e questa si evince fin dai primi istanti di gioco.

Giocabile e rigiocabile, a qualcuno potrebbe affascinare parecchio

I ritmi di gioco sono scanditi da alcune azioni da fare entro un tempo limite, che – saggiamente – mantengono alta la concentrazione di chi gioca e spazza via il pericolo di annoiarsi o definire ripetitivo il gioco. Di livello in livello, le decisioni e le azioni da fare sono varie, logiche e chiare: in uno dei primi, per esempio, bisogna difendere un villaggio dagli tsunami e per fare ciò dobbiamo creare dei guadi che permettano allo sciamano del villaggio di ritrovare un potente incantesimo difensivo con il quale preservare il villaggio dalla distruzione certa.

E’ solo uno di tanti esempi dove il giocatore è chiamato ad agire per il bene della sua adorante comunità tribale. A noi è capitato di immergerci tanto nella magica fusione di immagini, suoni e cose da fare, che abbiamo perso la cognizione del tempo, un buon segno della buona riuscita del titolo, che riesce ad incollare allo schermo anche dopo ore di gioco. Non crediamo di sbagliare affermando che per molti, l’effetto sarà quanto meno simile. From Dust è un gioco che si lascia giocare tranquillamente e che ci restituisce il potere creatore/distruttore di una divinità con una gradualità pressoché perfetta. Non è affatto difficile prendere confidenza con i pochi comandi a disposizione e l’equilibrio di tutte le parti che compongono il gioco è veramente ben realizzato.

Un titolo artisticamente valido ma lontano dalla perfezione

In tanto magico equilibrio tra grafica e sonoro e saggia curva di difficoltà alla portata di tutti, c’è qualcosa, in From Dust, che lo tiene lontano dalla perfezione fermi restando che è uno dei più bei giochi disponibili sui canali di download digitale delle nostre console e dei nostri Pc. Prima di tutto il limitare il controllo degli elementi a tre su quattro primordiali potrebbe non colpire positivamente i giocatori più esigenti. Poi non va sottovalutato il fatto che, una volta compresa la mossa giusta da fare per risolvere il “puzzle” proposto, il gioco potrebbe risultare un po’ scontato per i più navigati.

Il comparto tecnico, per quanto ben fatto sia, non offre un impatto “spacca mascella” ma non per inadempienze dello studio di sviluppo, quanto perché non è stato supportato dalle dovute risorse in fase di produzione. Con quel poco a disposizione hanno creato una piccola perla. Infine, da un geniaccio come Eric Chahi, che ci ha deliziato con il suo “dico/non dico”, vent’anni fa, proponendoci il bellissimo Another World, ci saremmo aspettati un’attenzione più profonda riguardo alla storia. Il concetto, come detto in partenza, è basilare: bisogna semplicemente difendere la tribù dalle minacce della natura e guidarne alcuni esponenti verso le altre isole dell’arcipelago, senza un perché, con la sola motivazione della sopravvivenza e del ritrovamento di saperi perduti. Un po’ poco per galvanizzare il pubblico più maturo ed esigente. Un po’ poco per una mente geniale come Eric Chahi.

Commento personale

Ho seguito From Dust fin dal suo annuncio e dopo aver saputo che dietro la direzione artistica ci sarebbe stato proprio quel Eric Chahi di Another World le antenne del radar si sono drizzate immediatamente. In effetti, From Dust, è un “god game” di rarissima fattura e con una cura per i particolari, per grafica e sonoro, per dinamica dei fluidi veramente eccezionale.

Senza dimenticare l’incredibile fascinazione che provoca il gioco, pad alla mano, facendomi quasi estraniare dalla realtà. Una piccola fuga dalla realtà che ritengo prodigiosa. Era da tanto che non venivo “rapito” da un gioco così ben fatto e lo consiglio a tutti, perché le alternative veramente all’altezza sono poche.

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