Resident Evil 2 Remake, Impressioni sulla Demo 1-Shot
Un paio di giorni dopo la sua pubblicazione su Steam, ho scaricato e poi provato la demo 1-shot di Resident Evil 2 Remake. Sono passati quasi esattamente 21 anni da quando Capcom ha pubblicato, su PlayStation One, Pc Windows, Game Cube, Dreamcast, Nintendo 64 il sequel di uno (forse l’unico, a memoria mia) dei più impressionanti eredi di Alone in the Dark di quei tempi.
Mi piacerebbe divagare intorno a quel gioco ma oggi si parla del suo remake. Remake, ricordo, il cui sviluppo è iniziato solo dopo che un fan aveva iniziato ad attrarre fin troppe attenzioni intorno ad un suo progetto di remake fatto in casa. Remake prontamente “demolito” da Capcom stessa che si è premurata di fare il remake ufficiale.
La demo 1-shot si chiama così perché – a meno che non si voglia smanettare con i file di salvataggio e corrompere, in parte, la struttura del proprio Steam client – va giocata una sola volta, non più di 30 minuti. Allo scadere del tempo appare un messaggio tipo “grazie per avere giocato”, parte un trailer pubblicitario e la chiosa finale è un bel “prenotalo ora!”. Sipario. Quel che emerge dalla veloce prova è, nella somma delle parti, una generale soddisfazione. La quasi certezza (il dubbio, in fase d’anteprima, è d’obbligo) che, Resident Evil 2 Remake, sia un gioco ben realizzato, solido, longevo, rigiocabile come lo era ventuno anni fa.
Ho forti ricordi di RE2 e questo remake riesce a portare del nuovo in una vecchia ambientazione. I controlli non mi sono sembrati così assurdi e la telecamera assolutamente tollerabile.
La prima impressione, dalla breve demo, è un SI grande quanto una casa. Si al doppiaggio veramente convincente. Si allo sforzo grafico. Si all’ambientazione. Si alle animazioni. Si ai giochi di luci ed ombre. Si alla tensione e ai salti sulla sedia alla vecchia maniera. Si agli zombi lenti ed inesorabili. Si agli enigmi, anche a quelli “no-sense” come “trova il coltello per togliere il nastro adesivo”. Si all’inventario poco capiente. Si alle travi di legno con le quali si possono puntellare le finestre per evitare sgradite sorprese dall’esterno. Si a tante altre chicche che vi invito a scoprire personalmente.
Certo: sparare in mezzo agli occhi di uno zombi e non vederlo stramazzare a terra mi ha lasciato perplesso. Così come fa strano tornare a Raccoon City da una visuale in terza persona, che mi ricorda tanto quel Resident Evil 5 che ho apprezzato veramente poco. Ma tutto questo viene adombrato da quell’odore di fine anni ’90 che, quelle cariatidi come me, apprezzano sempre. Per chi, come me, sognava questa grafica nel 1998 è puro grasso che cola.
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