Torn Away – Prime Impressioni
Torn Away è un videogioco d’avventura e platform cinematografico con elementi puzzle. È in terza persona con qualche licenza in prima persona ed è un’esperienza single-player fortemente narrativa: un po’ come Vesper e White Shadows.
È sviluppato da perelesoq, un piccolo studio di sviluppo composto da nove persone che ha pensato bene di raggiungermi via Keymailer per omaggiarmi di un codice di prova del gioco. Ad onor del vero, puoi provarne una demo destinata al pubblico semplicemente puntando il browser sulla pagina Steam dedicata.
“Ci sono cose da non fare mai…”

Torn Away narra l’avventura di una ragazzina di nome Asya, che riesce a fuggire da un campo di concentramento nazista durante la seconda Guerra Mondiale. La piccola fugiasca cerca, con tutte le proprie forze, di raggiungere casa: il suo piccolo villaggio in Russia.
Per farlo deve superare molteplici sfide: la prima delle quali è il freddo invernale che minaccia di congelarla a morte. Come se l’ipotermia non bastasse, si aggiungono la fame e i soldati nazisti che le danno la caccia. Il destino di Asya, dunque, è nelle nostre mani.
“…né di giorno né di notte…”

Torn Away si affida ad uno stile singolare, pittorico. Sotto traspare la veste di platform cinematografico a metà strada fra la seconda e la terza dimensione, ma agli occhi di chi gioca è piacevole ed evidente questa tecnica grafica che sembra dar vita ad un quadro o ad un fumetto.
Le fasi platform mi hanno ricordato moltissimo quelle di Inside, di Playdead Games. Ma il gioco non si limita a questo. Ci sono altre sorprese di gameplay: ci sono delle scene in cui la visuale passa in prima persona, aumentando di gran lunga l’efficacia della narrazione. Assistere ad una tormenta dagli occhi di una bambina, che alza le mani per proteggersi il viso dalla neve “tagliente” è certamente d’effetto.
“…né per mare né per terra…”

In casi specifici, inoltre, sia il platform cinematografico che le visuali in prima persona lasciano il posto a veri e propri momenti d’avventura “punta-e-clicca”. In queste scene, dobbiamo esplorare una stanza, esaminare e prendere gli oggetti che ci servono e – talvolta – combinarli con l’ambiente circostante.
Un esempio concreto è arrivare in una casa disabitata e in rovina, per rovistare tra i detriti nella speranza di accendere un fuoco e superare la notte senza congelare.
“…per esempio, la guerra.”

perelesoq e Torn Away hanno una storia da raccontare. Oltre alle immagini, la narrazione viene portata avanti da un accompagnamento musicale di sicuro impatto ed una recitazione di buonissimo livello.
Mi ha colpito molto la scelta di far parlare Asya con il suo unico guanto. Un amico immaginario che permette, alla bambina, di interfacciarsi con un’entità che non la faccia sentire sola, che la motivi e che la aiuti a ragionare quando tutto sembra andare contro di lei. Quando tutto quello che Asya vorrebbe è lasciarsi andare e farla finita.
Torn Away è un gioco che racconta le atrocità della guerra tramite un protagonista non-violento. Un protagonista che rappresenta la quintessenza delle vittime di qualsiasi conflitto passato, presente e futuro: gli innocenti e i bambini.
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