Enigma of Fear è un videogioco in terza persona, con visuale isometrica e un misto tra pixel art e grafica poligonale. E’ sviluppato da Dumativa e Cellbit ed è disponibile dal 28 novembre 2024 su PC via Steam. Il gioco è disponibile solo su questa piattaforma al momento di scrivere queste impressioni. Realizzo questo contenuto per merito degli sviluppatori e dei loro PR che mi hanno gentilmente concesso il codice per la prova.

Il Mistero del Perimeter

Enigma of Fear ci mette nei panni di una ragazza di nome Mia, una detective che segue le tracce lasciate da suo padre Verity. Le sue indagini la portano alle soglie del cosiddetto “Perimeter”, una zona di intensa attività paranormale nella quale molti arrivano ma in pochissimi fanno ritorno per raccontarlo.

Mia è accompagnata dall’inseparabile Lupi, un simpatico meticcio di Siberian Husky dall’aspetto unico e dall’intelligenza eccezionale. Come ogni creatura saggia, Lupi teme le forze paranormali ma sta coraggiosamente al fianco di Mia.

Samuel ed Agatha sono gli altri membri della spedizione di salvataggio di Verity, non possono affiancare Mia come fa Lupi, ma non si risparmiano in aiuti e consigli ogni volta che gli viene chiesto consiglio.

Lo scopo di Mia è ritrovare suo padre Verity, ma ben presto dovrà far luce sui misteri oscuri ed inquietanti del Perimeter, di cui non ti parlo dettagliatamente perché vorrei che fossi tu a scoprirli di persona.

Prendersi cura della Mente

Fresco dell’esperienza di Alan Wake 2, non posso fare altro che rievocare quelle sensazioni e quel bellissimo titolo di Remedy Entertainment quando muovo i passi su Enigma of Fear.

Orrore e paranormale si fondono, in un’atmosfera carica di tensione, ansia, orrore e paura per l’ignoto. Mia deve fare i conti con incubi mentali e fisici, inoltre deve riuscire a non impazzire del tutto mentre si addentra nel tunnel di follia del Perimeter.

In momenti in cui lo spirito di Mia sta per frantumarsi, abbracciare Lupi può fare la differenza tra la caduta nella più cieca pazzia e l’aggrapparsi alla realtà delle cose. Questo aspetto di Enigma of Fear mi ha colpito parecchio.

La “Mansion” che mi ricorda altre ville illustri

La grande e lussuosa residenza esplorabile in Enigma of Fear, ricca di enigmi e di atrocità che aspettano solo di essere scoperti, mi ha riportato alla mente altre ville illustri della storia dei videogiochi horror.

La prima che mi viene in mente è Villa Spencer del primo Resident Evil, ma la mente rievocava anche quella di Derceto di Alone in the Dark. Di recente ho anche affrontato le ville di Resident Evil 7 e Village: insomma, Enigma of Fear sicuramente omaggia i grandi classici che hanno fatto la storia, senza plagiare ma portando con sé personalità e forza espressiva.

Lo stile grafico adottato mi ha sorpreso totalmente in positivo. Pixel art e poligoni si fondono sapientemente, così come le luci e le ombre, senza dimenticare effetti sonori e accompagnamento musicale mai invadente. Tutto sembra perfettamente pesato, dosato, proposto, per farci passare ore di divertimento, enigmi, mistero e timore.

Piccolo grande capolavoro

Uno degli aspetti che mi ha colpito maggiormente, di Enigma of Fear, è la difficoltà e la voglia di farmi sentire un vero detective. Il gioco propone due modalità: normale e vero detective.

La modalità normale, cioè quella pensata come standard, prevede aiuti da parte dell’interfaccia, come una comoda mappa dei luoghi, la mappa mentale di Mia (anche questa una citazione a Sherlock Holmes e Alan Wake 2), altri piccoli appunti.

In modalità detective, invece, occorre armarsi realmente di carta e penna. E anche fare foto con il telefono o tramite screenshots diventa necessario per non perdersi tra i mille riferimenti visivi che il gioco propone. Un modo di giocare come non si fa più da decenni, che mi riporta subito alle avventure grafiche ed investigative degli anni ’90: bellissimo!

Enigma of Fear, ai miei occhi, è certamente il punto creativo più alto raggiungo da Dumativa e Cellbit fino ad ora. Il gioco non ha niente da invidiare ai grandi classici e nulla da temere dalla diretta concorrenza: può solo insegnare a tanti come si confeziona una piccola opera d’arte.

Guarda il mio Gameplay!

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