Assassin’s Creed Shadows è un videogioco d’azione, avventura e stealth in terza persona, con elementi da videogioco di ruolo. E’ sviluppato da Ubisoft Quebec in collaborazione con altri studi interni di Ubisoft ed è disponibile dal 20 marzo 2025 su PC, PlayStation 5 e Xbox Series. Si tratta del quattordicesimo titolo della serie concepita da Patrice Désilets e inaugurata a novembre 2007.
Agire nell’Ombra per servire la Luce

Di Assassin’s Creed ho scritto in lungo e in largo in questo blog, dedicandogli anche uno speciale a più puntate quando ero in attesa della pubblicazione del capitolo Odyssey. Per chi non lo sapesse, si tratta di videogiochi con prospettiva in terza persona, che giocano sulla fantascientifica idea di poter rivivere i ricordi dei propri antenati tramite una macchina che si chiama “Animus”.
Le indagini intraprese dalle fazioni in gioco, quali Assassini e Templari, sono delle autentiche ricerche archeologiche condite da una storia intrigante, azione, avventura, fasi di infiltrazione e colpi di scena.
Tra passato (tanto) e presente (quanto basta) le trame di gioco si dipanano, rendendo il conflitto tra le due parti sempre più acceso ed intricato nel corso di ogni uscita.

Con l’unica eccezione di Assassin’s Creed: Rogue, il giocatore è sempre dalla parte degli Assassini, che combattono con ogni mezzo le ingiustizie e le mire dispotiche e distopiche dei Templari.
Ogni capitolo di gioco è ambientato in un periodo storico iconico. In ordine cronologico abbiamo giocato durante:
- Grecia, 431-404 a.C.: Guerra del Peloponneso
- Egitto, 49-43 a.C.: Guerra Civile Romana e Guerra Civile Egizia
- Medio Oriente, 850-860 d.C.: Massima Espansione Islam
- Nord Europa, 872-878 d.C.: Invasioni Normanne
- Terra Santa, 1191 d.C.: Terza Crociata
- Italia, 1475-1524 d.C.: Rinascimento italiano
- Caraibi, 1715 d.C.: Età dell’Oro dei Pirati
- Nord America, 1756-1783 d.C.: Guerra di Indipendenza Americana
- Francia, 1776-1784 d.C.: Rivoluzione Francese
- Londra, 1868 d.C.: Età Vittoriana
Periodi storici da sempre avvolti da mitologie, leggende, storie e personaggi carismatici e affascinanti. Nella serie di Assassin’s Creed, questi periodi storici, sono sempre stati conditi da elementi soprannaturali, fantascientifici e fantasiosi.
Oltre allo scenario famoso, la ricercatezza e l’accuratezza storica hanno sempre lasciato spazio a “licenze poetiche” che potessero fare scorrere la storia tra Assassini e Templari.
Il Periodo degli Stati Belligeranti

Assassin’s Creed Shadows è ambientato tra il 1579 e il 1581 in Giappone. E’ un’epoca tumultuosa, detta “Sengoku jidai” o “periodo degli Stati belligeranti”. Il Giappone era frammentato in tanti piccoli stati in guerra tra loro e ogni leader di fazione mirava a unificare il Paese sotto la propria egemonia.
In questo contesto si muovono Naoe e Yasuke, i protagonisti di quest’ultimo capitolo. E mi impressiona il buon lavoro svolto nel farmi percepire che mi sto muovendo in un Giappone martoriato dalla guerra intestina.

Ci sono molti campi di battaglia, terra bruciata, villaggi o città in rovina, tanti civili in difficoltà. Qua e là, lungo la strada, ci imbattiamo in mischie sanguinarie, bande di briganti, posti di blocco o autentici accampamenti.
Non mancano le occasioni di incrociare il cammino e scambiare parole con i più grandi personaggi politici che hanno scritto le pagine di quella storia del Giappone feudale. Nobunaga Oda, Hanzo Hattori, Tokugawa Ieyasu sono solo alcuni delle personalità illustri di quel periodo.
Un passo indietro e due avanti

Sono arrivato su Assassin’s Creed Shadows dopo aver dato oltre cento ore del mio tempo libero ad Assassin’s Creed: Valhalla, a cui si aggiungono non quantificabili ore su tutti quelli che sono usciti prima. Mi manca solo Mirage, capitolo che conto di completare e commentare su queste pagine quanto prima nel corso di questo anno.
Premesso questo: non posso fare a meno di ammettere quanto ho apprezzato il mondo di tenermi piacevolmente impegnato nel Giappone feudale pensato da Ubisoft. Mentre giocavo e assistevo alle scene di intermezzo, pensavo a quanto mi ricordasse il tenore della rappresentazione di quello “Shogun” che ho visto su Disney+.
Ho proprio pensato di giocare un titolo che celebra il Giappone ed una delle sue pagine storiche più affascinanti (e riprodotte) dal punto di vista di creativi occidentali. Un po’ come l’eccelso Total War: Shogun 2 che, personalmente, ritengo insuperato per tanti aspetti.

Valhalla aveva un tremendo difetto: dopo le prime venti/trenta ore di gioco circa, tutto mi è sembrato sempre eccessivamente reiterato e concepito per farmi perdere tempo. La sensazione di “ricompensa” che percepivo era molto povera e, inevitabilmente, dopo un po’ il gioco mi veniva a noia.
Anche solo spostarsi da un punto all’altro della mappa, mi procurava tedio. E quando arrivavano le scene di intermezzo a spiegare una trama (per me) eccessivamente diluita, anche quelle le avvertivo come un’interruzione ad un flusso di gioco che, in realtà, non ha mai realmente preso a “scorrere”.
Questa criticità, estremamente opinabile, lo ammetto, non è mai occorsa in ogni altro Assassin’s Creed da me giocato. Pensavo che nessun titolo a parte Syndicate potesse tediarmi di più, ma Valhalla, alla fine, c’è riuscito.

Assassin’s Creed Shadows fa il gradito passo indietro di ridimensionare tutta l’offerta, e così riesce ad immergermi in un’ambientazione affascinante e piena di personaggi interessanti. Ogni cosa che faccio, mi restituisce una sensazione di ricompensa che era andata persa in passato
Un titolo tranquillamente perdibile

Gli elementi da videogioco di ruolo d’azione, esasperati nel capitolo del 2019, adesso sono stati ripensati. Il mostruoso (in senso negativo) albero delle abilità di Valhalla è sparito; con lui i livelli di potenza, che mi hanno fastidiosamente rallentato e anche frenato bruscamente dal godermi l’evoluzione della storia, rendendola ancora più lenta, diluita e confusionaria (ribadisco: PER ME).
Ogni personaggio ha appena sei rami di abilità, opportunamente divisi per tipo di arma e tipo di capacità speciali (sia attive che passive), mi permettono di esprimere al meglio il mio stile di gioco senza troppe perdite di tempo.
Il sistema di combattimento è stato ripensato rispetto a quello di Origins, Odyssey e Valhalla e, personalmente, lo trovo estremamente intuitivo, accessibile, soddisfacente e si può adattare facilmente allo stile di gioco di ciascuno. La differenza tra l’agile Naoe e il possente Yasuke, quando mettono mano alle spade, è tangibile e i combattimenti, in parole estremamente semplici, sono divertenti.

Il risultato? Assassin’s Creed Shadows è riuscito ad entrare, videoludicamente parlando, “nella mia testa”, cioè pensavo di tornare a giocarci anche quando non ero a casa. Quando un videogioco riesce in questo, per me, è già consigliabile.
Ma a chi potrei consigliare Assassin’s Creed Shadows? Sicuramente a chi gradisce la mai troppo inflazionata ambientazione del periodo Sengoku. Certamente ai cultori e ai super-appassionati della serie di Assassin’s Creed.
Con buona dose di confidenza potrei consigliarlo a chi ha apprezzato Origins e Odyssey, in particolare quest’ultimo. Infine mi viene facile consigliarlo a chiunque non abbia mai toccato un Assassin’s Creed in vita sua e vorrebbe iniziare proprio da questo, per merito dell’ambientazione esotica ed interessante.

Se Assassin’s Creed non ti è mai piaciuto, questo non sarà il gioco che potrebbe farti cambiare idea. Se hai preso il partito del “non comprerò mai più niente che sia realizzato da Ubisoft”, questo non sarà il titolo che ti ispirerà a fare diversamente.
Se non ti piacciono i videogiochi d’azione, avventura, stealth, con mappa aperta e richiedenti una cinquantina di ore per concluderli, stai leggendo la recensione sbagliata.






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