Shogun 2: Total War
Lo Shogun è morto, i Daimyo insorgono: in Giappone è guerra totale!
Quando parliamo di Creative Assembly ci riferiamo a Storia (con la esse maiuscola) e storia del Videogioco. Non potrebbe essere altrimenti, dato che dal lontano anno 2000 questi brillanti sviluppatori hanno sfornato un capolavoro strategico dietro l’altro sotto etichetta Total War, prendendo in esame alcuni dei periodi più bellicosi ed interessanti della storia dell’umanità.
Il primo titolo di questa fortunata serie, che da oltre un decennio impone nuovi standard qualitativi, è stato Shogun: Total War, gioco di strategia ambientato nel medioevo giapponese. Durante gli anni non mancarono le ambientazioni europea, romana antica e napoleonica. Dopo i fasti di Medieval 2: Total War e la parentesi contemporanea ecco tornare sui nostri schermi il seguito di Shogun. Si torna in Giappone dunque, e lo si fa alla grande!
Shogun, Daimyo e Sun Tzu
Giappone, quindicesimo secolo, lo Shogun, il signore di tutte le terre del Sol Levante, è morto e i suoi eredi sono incapaci di guadagnarsi la lealtà dei dieci clan in cui il Giappone è diviso politicamente, ciascuno guidato da un Daimyo. E’ l’inizio di una nuova epoca, ricordata nei libri di storia come epoca Sengoku oppure “periodo degli stati combattenti”.
Le quattro grandi isole che formano il Giappone si trasformano nei campi di battaglia e politica in cui noi giocatori siamo chiamati ad agire. Prima di ogni cosa dobbiamo decidere le condizioni di vittoria della campagna e la sua durata in turni strategici (di cui parleremo nel prossimo paragrafo) e infine scegliere uno dei dieci clan che provavano ad imporre la propria egemonia nel resto del Paese: Chokosabe, Hattori, Date, Hojo, Mori, Oda, Shimazu. Takeda, Tokugawa e Uesugi.
La prima, enorme, differenza con i diretti predecessori (Empire Total War e Napoleon Total War) risiede nella mappa di gioco: non più l’Europa o il mondo intero ma una piccola porzione del globo, il Giappone, come abbiamo già detto. Questo ridimensionamento della porzione geografica ha portato indubbi vantaggi agli sviluppatori, che hanno potuto così impiegare ingenti risorse nella realizzazione di una delle mappe più curate e particolareggiate di sempre. Gli orpelli e i dettagli grafici non sono fini a loro stessi, perché in ottica bellica la presenza di una collina, una montagna, una foresta o un lago hanno una rilevanza enorme.
Prepariamoci a sfogliare “L’Arte della Guerra” di Sun Tzu, dunque, perché per aver la meglio sugli ottimi avversari gestiti dall’intelligenza artificiale dobbiamo sfruttare tutto a nostro vantaggio: dalla geografia del terreno alle risorse, passando per i punti deboli del nemico e altro ancora.
Turni strategici e…
Come tutti i giochi della serie Total War ci hanno insegnato in undici anni di successi, la campagna di guerra in giocatore singolo è caratterizzata da due momenti topici. Il primo è il momento di gestione del nostro regno: città, economia, ricerche tecnologiche, costruzione edifici pubblici e militari sono affidati alla “mappa strategica”, cioè la mappa dettagliata del Giappone feudale. Da qui il gioco procede a turni, come la miglior tradizione di “Risiko!” o Sid Meyer’s Civilization tramandano da generazioni.
Il sistema è ideale e soprattutto di vitale importanza: senza un’attenta gestione di risorse prime, tasse, città e milizie, la nostra scalata al trono non può aver luogo. Bisogna, inoltre, decidere in quale direzione evolvere le città da noi conquistate: economia o guerra. Cercare di conciliare l’una e l’altra direzione politica non giova a molto, perché la città in questione non può essere di grande aiuto né economicamente né militarmente. Questa osservazione è meno ovvia di quanto sembri e solo giocando ce ne renderemo conto.
…battaglie in tempo reale
Il secondo momento topico è la gestione delle battaglie tra eserciti. Quando due milizie si scontrano nella mappa strategica abbiamo due opzioni: risolvere la battaglia automaticamente, grazie ai freddi calcoli del computer (accentuando un tipo di gioco che potremmo definire “da tavolo”), oppure scendere in campo e guidare le nostre armate direttamente.
In questo caso abbandoniamo la mappa strategica ed entriamo nel campo di battaglia: una ricostruzione tridimensionale e stupefacente di quello che vedevamo da lontano, sul tavolo strategico. In questi frangenti il gioco si trasforma in uno spettacolare strategico in tempo reale in cui le decisioni vanno prese con rapidità e precisione. Ad aiutare i generali più riflessivi arriva la sempre valida “pausa tattica” che permette di coordinare al meglio gli ordini di ogni capitolo di soldati. Lo sfondo di gioco sembra un autentico acquarello giapponese, mentre la ricostruzione di armi, armature, armate e soldati è semplicemente stupefacente.
L’ottimizzazione grafica degli sviluppatori è encomiabile, grazie anche ad un piccolo ridimensionamento degli eserciti (meno numerosi che in passato) il gioco risulta veloce e fruibile ad una grande maggioranza di utenti, a patto di soddisfare almeno i requisiti hardware minimi richiesti, ovvio. Scongiuriamo con grande soddisfazione i problemi di stabilità e pesantezza che caratterizzavano, per esempio, Empire Total War, che tra caricamenti infiniti e pesantezza generale del motore di gioco, rendeva le partite più lunghe del necessario e un leggermente frustranti su configurazioni hardware non all’altezza.
Dal Bushido ai ninja: non manca proprio nulla
Come abbiamo già detto: vi sono due direzioni politice che ogni città deve scegliere di intraprendere, in Shogun 2, vengono definite via del Chi e via del Bushido e mantenere l’equilibrio tra le due vie non è molto saggio (secondo me).
Oltre a queste vi è il grado dell’ Onore che il nostro alter-ego (il Daimyo) deve costantemente tenere sott’occhio: atteggiarsi a sanguinario tiranno che passa a fil di spada ogni oppositore e mette a ferro e fuoco ogni città che conquista è l’autostrada che porta alle ribellioni cittadine e al conseguente collasso economico-militare del proprio clan. Mantenere una condotta più moderata e dispensare giustizia e punizioni in egual misura, invece, è il modo giusto per presentarsi alle popolazioni come un signore potente e rispettato.
Oltre alle classiche armate da poter addestrare, che comprendono arcieri, lancieri, cavalieri e relative varianti, possiamo ottenere i servigi di agenti speciali che, da soli, valgono quasi più di un esercito: i ninja, per esempio, possono avvelenare le provvigioni e decimare l’armata avversaria, oppure assassinare un potente comandante nemico che ispira le sue truppe a combattere molto meglio delle nostre. La geisha si presta bene come spia da infiltrare nelle corti di clan che sono in guerra con il nostro, per ottenere preziose informazioni su punti di forza e debolezza nemici.
Sembra che non manchi proprio nulla, nel titolo edito da Sega e sviluppato dai maestri di Creative Assembly, che sembra ancora una volta imporre la propria superiorità nel creare giochi di strategia storici che affiancano una ponderata e profonda fase strategica a spettacolari sequenze in tempo reale, che riproducono battaglie campali con la perizia, la regia e la colonna sonora degna di un film hollywoodiano.
Un’altra esclusiva Pc in poche settimane, un altro clamoroso successo
Per gli amanti di giochi di strategia in particolare, ma anche per i cultori del gaming su Pc, questo è un 2011 da incorniciare: dopo Dawn of War 2: Retribution, che nonostante piccole pecche si rivela un titolo estremamente interessante, arriva Shogun 2 a sfamare tutti gli esigenti palati che per oltre un decennio si sono divertiti a soggiogare Giappone, Europa e mondo intero tra machiavellici turni di strategia e napoleoniche battaglie campali all’ultimo respiro.
Questa nuova fatica di Creative Assembly è un titolo longevo, graficamente eccelso, che offre un grado di sfida tarato quasi alla perfezione, profondo e accattivante, nonché enciclopedico – a suo modo – per quanto riguarda il periodo storico portato sul monitor del giocatore. Sembra esente da difetti ma non è così: proverbiali problemi di movimento truppe (pathfinding) e una generale difficoltà che non lo rende accessibile per tutta l’utenza incondizionatamente, non gli permettono di raggiungere la perfezione assoluta.
Per tutto il resto stiamo parlando di un immancabile pezzo da collezione, autentica esperienza videoludica da provare almeno una volta nella vita.
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Credo sia un grandissimo gioco. Non sono appassionato del genere ma mi piace ugualmente. L’ambientazione e la ricostruzione poi è fatta molto bene.
Beh come ho anche scritto in recensione: le battaglie in tempo reale, pur essendo “l’anima” del titolo in questione, sono anche estremamente facoltative. Puoi affrontarlo come un novello Civilization o un Risiko ambientato in Giappone feudale 😉
Assolutamente fantastico come gioco, vale ogni centesimo speso per comprarlo. Assolutamente fantastico!
Epico! Grazie per il commento 🙂