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Need for Speed: Hot Pursuit

Quando, nel mondo dei videogiochi, novità e rispetto per la tradizione vengono sapientemente fuse insieme, sortiscono l’effetto di regalare delle perle dal valore inestimabile. A questa regola fa fede Need for Speed: Hot Pursuit, ultima fatica di Criterion Games – gli stessi della premiata serie Burnout – che hanno preso in consegna il brand più affermato di Electronic Arts in materia di bolidi a quattro ruote. La loro missione è quella di portare la serie di videogiochi di corse ai fasti di oltre un decennio fa dopo le meno fortunate parentesi Pro Street, Undercover e Shift.

Dream car: ci sono tutte o quasi

Need for Speed Hot Pursuit (da ora in poi anche Hot Pursuit, ndr) offre un impatto decisamente devastante, di quelli da oltre 200 Km all’ora per intenderci. Nei giochi passati, durante le prime partite, avevamo a disposizione vetture poco potenti e performanti, autentiche macchine da strada, “utilitarie” se vogliamo, da spingere al limite. In Hot Pursuit, invece, la prima macchina da scegliere è “solo” una Porsche Boxster Spider. Goduto il primo antipasto a quattro ruote, dopo poche gare le macchine a nostra disposizione riempiranno un garage da far impallidire i più stimati collezionisti.

Le vetture sono ben cinquantadue e si suddividono in cinque categorie in base alle prestazioni. Una scelta molto saggia è stata quella di dividere ogni competizione per classe d’auto, così da non finire umiliati da una straripante Bugatti Veyron mentre siamo a bordo di una “misera” Camaro, per esempio. Se c’è un gioco, dunque, capace di metterci alla guida di tutte le auto da sogno recenti e future, questo è certamente Hot Pursuit. Mancano solo le Ferrari, purtroppo.

Una fantastica crociera per cuori solitari ma…

L’ultima fatica di Criterion offre un buon reparto di gioco in singolo. Non è prevista una modalità multigiocatore in locale, niente classico “split screen”, o schermo diviso che dir si voglia. Chi non ha internet o non vuole giocare in rete, può e deve farlo in solitaria. Ad attenderci vi sono ben quindici ore di corse in quel di Seacrest County, un angolo di paradiso d’asfalto che vanta ben 160 Km di rete stradale: più di quattro volte la superficie offerta da Burnout Paradise, che già da sé era impressionante. La campagna offre due modalità di gioco: pilota o poliziotto.

Nella prima modalità le gare a nostra disposizione variano dalla classica gara con altri piloti (senza polizia in giro), corse contro il tempo, duelli uno contro uno, per finire a gare in cui vi saranno almeno quattro volanti delle forze dell’ordine che cercheranno di appiedarci con mezzi più o meno leciti, ma di questi ne parleremo ampiamente a parte. Portando a termine le gare guadagnamo i fatidici “punti esperienza”, da accumulare per ottenere nuove ricompense (cioè nuove vetture o armi) e avanzare di livello. Sia per i piloti che per i poliziotti i livelli sono venti. In totale, quindi, dobbiamo scalare ben quaranta livelli di bravura, prima di poterci godere ogni singola dream car offerta dal gioco.

…un godimento infinito per chi gioca in compagnia!

I fortunati possessori di collegamento internet da poter sfruttare con la propria console, oltre alla già citata modalità di gioco in singolo, godranno di una tra le più interessanti invenzioni di Electronic Arts, oltre che di modalità multigiocatore da 2 a 8 partecipanti. L’invenzione di cui abbiamo accennato riguarda il cosiddetto Autolog, un sistema di comunicazione e scambio di dati inaugurato su Burnout Paradise ma adesso perfezionato in Hot Pursuit.

A detta degli sviluppatori si tratta di rendere, il gioco di macchine griffato Criterion, una sorta di “Facebook di utenti Hot Pursuit”. I nostri risultati in modalità campagna solitaria vengono salvati su un muro virtuale – lo speedwall- dove tutti i nostri amici possono vederli. I nostri contatti che giocano a Hot Pursuit, inoltre, ricevono costanti notifiche delle nostre performance, avvisandoli anche nel caso fossimo riusciti a umiliarne il tempo di percorrenza su una determinata pista. Con la pressione di un tasto si viene subito catapultati alla scelta dell’auto e poi sulla pista in cui bisogna riprendersi lo scettro di “migliore tra gli amici”.

Se tutto ciò non dovesse bastare, se nonostante l’accesso alla modalità online non avessimo amici con cui condividere le gioie e i dolori del pilota di auto da sogno, possiamo interrogare l’Autolog per trovare gli “amici degli amici” che giocano Hot Pursuit, per conoscere nuovi appassionati e per giocare sempre in compagnia. Poche parole da spendere sulla modalità multigiocatore online: le sfide offerte sono praticamente le stesse che troviamo nella modalità in singolo, con la differenza che correre contro gli avversari umani è dannatamente più divertente e stimolante. Vincere non è facile, ma quando accade la soddisfazione è sublime.

Viaggiare derapando a 300 all’ora evitando le botte più dure

Il modello di guida offerto da Hot Pursuit si può tranquillamente definire a metà strada tra un gioco di stampo arcade e un gioco simulativo. Non siamo ai livelli di Outrun, anche se la possibilità di derapare in curva – come nel celebre gioco di corse targato Sega – è presente e diventa indispensabile per ottenere le prestazioni migliori. Affermare, però, che si guida come Need for Speed Shift o come Gran Turismo 5 è blasfemo. Il gioco premia la guida pulita, quella senza errori e con poche (meglio nessuna) collisioni tra veicoli o a bordo pista.

A ricordarci che non si tratta di una simulazione d’alto livello ci pensa la presenza di una barra del turbo, il classico N2O oppure “Nos” per gli amici. La barra del turbo va riempita guidando in maniera molto spericolata, andando contromano, derapando, sfiorando gli altri veicoli e prendendo le scorciatoie. Oltre a questa, sia i piloti che i poliziotti, nelle gare in cui devono competere, godono di alcuni armamenti visti, tra l’altro, in pellicole come The Fast and the Furious o nei precedenti NfS (da Most Wanted a Undercover). Le armi che le due “fazioni” hanno in comune riguardano la possibilità di sganciare una striscia chiodata ai danni di chi insegue o di sparare un impulso elettromagnetico (IEM) a chi precede. I piloti, solo loro, godono di un dispositivo di disturbo per l’IEM e le comunicazioni degli agenti, infine di un “turbo boost” ben più potente e prolungato del classico “Nos”. Da parte loro, i poliziotti godranno del supporto di un elicottero oppure di un posto di blocco molto difficile da superare.

Graficamente buono, non eccelso. Sonoro da Oscar

Il comparto grafico vive di chiaroscuri piuttosto evidenti. La prima cosa che balza subito all’occhio è la differenza di fluidità che caratterizza Hot Pursuit da Burnout Paradise. La sensazione di velocità è ottimamente resa, anche grazie agli effetti sfocatura ormai irrinunciabili, ma non è “folle” come quella della miglior tradizione Criterion Games. Altro neo da non tralasciare è l’eccesivo “aliasing” che si nota un po’ ovunque nel gioco, anche durante la scelta delle auto: questo, da Ea e soprattutto da Criterion, non ce l’aspettavamo.

A far da contraltare a questi difetti tutto sommato marginali, vi sono i fondali più evocativi e dettagliati mai realizzati a memoria di videogiocatore. 160 Km di strade e autostrade riescono ad offrire una discreta varietà di ambienti: si va dalla super-strada lungo la costa oceanica alle strade di montagna, passando da autentiche autostrade a quattro corsie a desertiche “super-veloci” di americana memoria. Le macchine sono tutte su licenza e, cosa non da poco, tutte possono andare in frantumi in malaugurato casi di spettacolari incidenti.

Come di consueto, sul fronte del sonoro, ogni giocatore è abbondantemente accontentato. La tracce audio messe a disposizione da Electronic Arts sono sempre orecchiabili e coerenti con il contesto di gioco. Brani Rock, Pop e Hip Pop attuali si susseguono durante le lunghe sessioni di guida senza mai venire a noia. Per i più esigenti non manca la possibilità di importare la propria lista di canzoni preferita, per giocare sempre con la musica più adatta. Dal lato degli effetti sonori, invece, siamo rimasti sorpresi dall’impressionante varietà di rombi d’auto, praticamente unici e fedeli alle controparti reali: una Mazda Rx8 non farà mai lo stesso rumore di una Alfa Romeo 8C Competizione, per intenderci.

Il miglior Need for Speed di sempre

Need for Speed Hot Pursuit è il gioco di guida più divertente dell’anno. Metterlo a paragone con Gran Turismo 5, Formula 1 o Forza Motorsport sarebbe offensivo. Si colloca a buon diritto in cima al podio dei giochi di guida arcade, scalzando Split/Second Velocity e schiacciando Blur con lo stile e il fascino che solo Criterion Games poteva sfoderare. E’ un grandissimo gioco, monumentale, alla portata di tutti. Le piccole chicche offerte dalla modalità online “trasversale” sono la ciliegina su una torta, già di per sé, gustosissima. Consigliato ad occhi chiusi.

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