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Serious Sam 3: BFE

No cover, all man

Dieci anni fa ed esclusivamente per piattaforme Pc Windows, approdava uno sparattutto a base di invasioni di alieni estremamente bizzarri e rumorosi, armi di foggia classica e situazioni estreme in cui l’alter-ego del giocatore veniva posto di fronte a decine di nemici mossi da un solo scopo: uccidere l’unica minaccia umana che si oppone al loro attacco. Stiamo parlando di Serious Sam: First Encounter, sparatutto in soggettiva di Croteam – gli stessi di Football Glory – che si ritagliarono in questo modo una bella fetta di pubblico, strizzando l’occhio a Duke Nukem e a vecchi modi di intendere questo genere, prendendo così le distanze dai nuovi modi di intendere gli Fps che da lì a poco sarebbero esplosi sulle console quali Xbox, con Halo e Playstation 2, con Killzone.

Serious Sam 3: BFE (Before First Encounter) è l’ultima fatica degli sviluppatori croati in stanza a Zagabria e, insieme a Duke Nukem Forever, va a rimpinguare quel sotto-genere degli sparatutto in prima persona che nulla hanno a che vedere con quelli a cui siamo abituati.

Are you Serious?

Il primo impatto con il lavoro di Croteam è di quelli che non si dimenticano. Pur avendo previsto il gioco per console di ultima generazione, gli sviluppatori si sono dedicati alla realizzazione di un motore grafico di proprietà che potesse soddisfare le esigenze dei creativi. Bando all’inflazionatissimo Unreal Engine, dunque, e spazio al Serious Engine 3.5 che regala scorci impressionanti ed cura maniacale per i dettagli, con texture apparentemente in altissima risoluzione. Diciamo “apparentemente” perché analogamente agli artifici grafici visti in azione su Rage, di Id Software, quando ci si avvicina troppo alle pareti si nota tutta la povertà grafica.

 

Di norma, però, nessuno o quasi perde tempo a constatare l’effettiva qualità di ogni singola texture utilizzata e giocando normalmente si può solo ammettere che la qualità visiva generale è decisamente sopra gli standard, il motore di gioco garantisce livelli molto dettagliati ed estrema fluidità. I modelli poligonali del protagonista, dei suoi comprimari e soprattutto degli alieni che si incontrano lungo il cammino sono ben fatti e discretamente animati. I mostri sono diversi e vari e costringono ad adottare armi e tattiche diverse. Quello che ci ha stupito molto sono gli effetti particellari e la quasi perfetta gestione di luci ed ombre: queste ultime calcolate in tempo reale. Qualche incertezza viene dal motore fisico, ma stiamo parlando di un titolo che fa dell’immediatezza, della spensieratezza e del concetto “spara veramente a tutto” il suo leit motiv.

 

Siamo rimasti a bocca aperta nel constatare che buona parte di ciò che caratterizza i livelli è distruttibile: fare esplodere un “kamikaze senza testa” nei pressi di una palma sortisce il coerente effetto di dilaniare – oltre all’alieno – l’albero vicino. Questo è solo uno dei tanti esempi in cui, pur nella sua semplicità, la fisica e l’interazione con l’ambiente sono fusi bene tra loro.

Videogioco vecchio fa buon brodo

 

E’ vero: non ci sono sistemi di copertura, non c’è auto-healing (la capacità di richiudere ferite d’arma da fuoco e di granate semplicemente stando al riparo), vi è assenza di eventi scriptati che hanno fatto la fortuna degli osannati Call of Duty e tutti i suoi seguaci, non vi sono plotoni di soldati che ci affiancano nella lotta e si nota da subito una certa stupidità degli alieni, che non fanno altro che aspettare i nostri impietosi colpi di fucile mentre provano a colpirci con i propri. Tutto questo, per molti, potrebbe essere un difetto ma lasciateci affermare che in questo caso non lo è affatto.

 

Serious Sam 3: BFE è un titolo palesemente “old school” che si può tranquillamente tradurre “alla vecchia maniera” e non si vergogna di esserlo, a partire dalla presenza dei medikit e delle armature protettive disseminate per tutti i lunghi livelli. Questi ultimi, pur essendo lineari, ben disegnati, sono ampi abbastanza da spronare l’esplorazione, incoraggiata dalla presenza di oggetti segreti da scovare, e al di là del ritrovamento dei bonus è piacevole constatare che abbiamo più di una scelta per arrivare alla fine del livello, cambiando di conseguenza la sequenza di ingaggio dei nemici presenti.

Questi non godono dell’infinita resurrezione (in gergo respawn) imposta da Call of Duty e sono sempre in numero soverchiante. La dove mancano in intelligenza e spirito di squadra sopperiscono in mera quantità e potenza di fuoco conseguente: sta all’abilità di ciascun giocatore dar fondo alle capacità balistiche di Sam (il protagonista) e volgere alcune parti del livello contro i nemici.

 

Ad esempio vi sono molti barilotti esplosivi e molte strettoie, queste ultime sono di vitale importanza per ridurre drasticamente le possibilità di essere accerchiati, annullando quasi il fattore “numero” a favore dei nemici. Il risultato finale è un gameplay di dieci e più anni fa che invece di sembrare vecchio e stantio risulta di una freschezza impareggiabile. A colpi di bella grafica e antico gameplay, insomma, Croteam fa il verso ai migliori giochi indie fino ad ora usciti, che mettono al bando le ultime meraviglie tecnologiche e sofisticate scelte di gioco a favore di un gusto retro che risulta oltremodo divertente.

Seriamente uno dei più belli e instancabili del suo genere

 

Serious Sam 3: BFE è un Fps ti stampo estremamente retro e si rifà ad un vecchio modo di intendere uno sparatutto e il divertimento da esso offerto. E’ un gioco spensierato, caciarone e completamente fuori da ogni schema, che chiama il giocatore a fare una sola cosa: sparare a tutto ciò che si muove e sopravvivere. Al di là della classica campagna in singolo da completare in una dozzina d’ore, a portare nuova linfa vitale alla longevità e alla rigiocabilità è una mai vista prima modalità cooperativa a sedici giocatori.

Avete letto bene e chi scrive non è ubriaco: è possibile giocare tutta la campagna offerta dal gioco affiancati da altri quindici giocatori. La difficoltà viene tarata di conseguenza, con nemici più coriacei, spesso più numerosi, abbiamo constatato che si trovano anche i posti diversi da quelli ordinari dell’esperienza solitaria. Non è la classica modalità cooperativa che si può bellamente trascurare o ignorare, è un vero e proprio modo di godersi il gioco, è molto curata e non fine a se stessa.

 

Non mancano le classiche modalità competitive online quali deathmatch, team deathmatch e cattura la bandiera. Ad accorrere in aiuto di un’utenza che non può o non riesce a godere degli Fps ecco una visuale in terza persona per rendere il gioco più appetibile a chi soffre di motion sickness (problema di vertigini e nausea provocato dai giochi con visuale in soggettiva, NdR). La visuale in terza persona, analogamente alla qualità delle texture, è l’aspetto più trascurato del gioco, la telecamera non può essere regolata e quando si è in ambienti chiusi passa automaticamente a quella in prima persona, restituendo un fastidioso effetto “pop up” del personaggio. Serious Sam 3: BFE non dovrebbe mancare nella collezione di nessun appassionato di Fps, anche se all’antica, il fatto di non essere clone se non di se stesso lo pone ben più in alto di tanti concorrenti senza personalità.

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