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Darksiders III

Darksiders III è il terzo capitolo ufficiale della saga creata, nel 2010, da Vigil Games per THQ. Adesso è opera di Gunfire Games per THQ Nordic e mantiene immutati i capisaldi della serie: visuale in terza persona a media distanza dal protagonista, grandi livelli da esplorare, storia – tutto sommato – lineare, backtracking per raggiungere ricompense, fasi di combattimento all’arma bianca e boss-fight che non prevedono sempre l’uso della forza bruta. Quel che risulta nuovo è il tipo di impostazione che ricorda, a volte in maniera imbarazzante, Dark Souls.

Nei primissimi minuti di gioco, tutto il sapore di Darksiders emerge e lascia soddisfatti tutti quelli che, come me, hanno apprezzato soprattutto il primo titolo della serie. Più avanti si prosegue nel gioco, più l’odore di Dark Souls diventa come quello di troppo incenso in un piccolo locale poco areato: può piacerti oppure infastidirti. Al di là dello “schema Dark Souls”, che è evidentissimo e per nulla evitabile, resta a Darksiders III quello strano mix di enigmi ambientali, backtracking e ricompense che sono uniche della serie.

Mi ha colpito particolarmente la gestione delle boss-fight: sulle prime si “danza” in cerchio, si studia l’avversario, si prendono due colpi (meglio uno, perché il secondo potrebbe essere fatale) e dopo aver indotto il nemico a scoprirsi per attaccare, ci si sfoga in una coreografia di colpi che è spettacolare e soddisfacente. Non si para (aspetto che mi ricorda Bloodborne, se volessimo parlare di “soulslike”) ma quando si schiva con il tempismo perfetto si guadagna un potente contro-attacco. Questo aspetto mi spinge sempre a giocare al limite (con scarsi, orribili, risultati aggiungerei). Darksiders III non è certamente un gioco rilassante, non a livello “normale” o superiore. Non l’ho provato a difficoltà più bassa. Ma è un gioco singolare, dallo stile visivo unico e dalle boss-fight degne di un fumetto o un film di animazione.

Pollice in su per la colonna sonora, decisamente azzeccata, e per il doppiaggio in italiano, generalmente in buon livello (sorvolo su alcune cantonate colossali: nel filmato iniziale, per esempio, fanno passare un personaggio per uno schizzofrenico con problemi di bipolarismo). La caratterizzazione di Furia mi ha colpito in positivo: protagonista imperfetta ma assolutamente all’altezza delle situazioni. Un passo avanti rispetto allo “strano” Morte che non mi ha mai convinto pienamente.

Darksiders III non è il migliore dei soulslike ma è certamente il gioco di cui molti sentivano il bisogno, dopo l’overdose tutta “turbo-grafica-fotorealistica” e “open world” degli ultimi anni. Forse sono troppo vecchio per giocare roba “à la Dark Souls”, ma mi diverte molto e questo, nel campo dei videogiochi, resta fondamentale.

 

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