Pharaoh: A New Era
Pharaoh: A New Era è un videogioco gestionale in 2D, con visuale isometrica. È sviluppato da Triskell Interactive sotto bandiera Dotemu ed è disponibile per PC. Si tratta del remake di Pharaoh (in italia era noto come Faraon), arrivato sui nostri monitor per merito di Impressions Games sotto egida Sierra Studios nel lontano 1999.
La storia egizia un lustro dopo

Pubblicato alle soglie del nuovo millennio, Pharaoh arrivava dopo l’eccelso Caesar 3, che aveva stregato un Aurenar quattordicenne per la sua ricercatezza storica e l’impressionante profondità gestionale.
Da un lato, ricordo ore passate sugli strategici in tempo reale più puri quali StarCraft, WarCraft e Command & Conquer. Dall’altro gli immancabili Sim City. Il primo Stronghold era al di là dall’arrivare ma queste sono altre storie.
Pharaoh arrivava a mescolare un po’ quanto di buono era stato fatto con Caesar 3. Aggiungeva una sfida in più: sfruttare bene il Nilo e le sue inondazioni.

Ricordo ancora l’impressione che mi faceva questa periodica alternanza fra momenti di piena e di secca. Ricordo anche la generale difficoltà a venire a capo della gestione della città, al confronto con quella romana. Una cosa era certa: non ci si annoiava mai.
Pharaoh: A New Era torna, ventiquattro anni dopo, ad insegnare un po’ di storia antica e un po’ di gestione cittadina alle nuove generazioni di videogiocatori. Personalmente non potrei essere più felice di questo, ma mi chiedo quanti ragazzini verranno affascinati da questo genere di intrattenimento.
Vecchio dentro, nuovo fuori

Pharaoh: A New Era si presenta come un lavoro svolto a regola d’arte. Da buona tradizione Dotemu, che ho avuto modo di conoscere nel 2022 con Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, anche qui ho ritrovato un profondo rispetto per il classico del passato, senza snaturarlo.
Sotto la scocca visiva rinnovata, aperta alle più moderne tecnologie e risoluzioni, batte un cuore di puro amarcord. L’accompagnamento vocale di Marco Balzarotti non fa che aggiungere valore e nostalgia ad ogni momento di gioco.
Lo stile grafico è stato virato più al disegno e in generale si è voluto dare un piglio più adolescenziale. Questo non l’ho avvertito come un passo indietro rispetto all’originale, al contrario.
Ho gradito fin dal primo istante anche animazioni e accompagnamento sonoro.Un plauso va dedicato a quest’ultimo, con la colonna sonora completamente nuovamente arrangiata e riscritta per l’occasione.
Adatto a tutti

Pharaoh: A New Era si lascia giocare tramite mouse e tastiera, dai quali gestire tutte le città che ci vengono affidate. In totale sono previste una cinquantina di missioni, che riguarderanno la storia dell’Antico Egitto dagli albori alle ultime dinastie, facendoci rivivere quattro millenni di storia.
Contrariamente a quanto leggo in giro, non mi ha lasciato l’amaro in bocca l’intermezzo “bellico”, ormai slegato dall’essenza gestionale del gioco. Concentrarmi interamente sul “city building”, come si dice in gergo, non lo trovo un punto di demerito.
Mi ha stupito, invece, la presenza di quella che, ventiquattro anni fa, era un’espansione stand-alone, Cleopatra: Queen of the Nile.
Essenziale, sostanziale, ben confezionato, supportato fin dal lancio con continui miglioramenti all’esperienza utente e al gameplay. Un piccolo gioiellino pronto a divertire le vecchie cariatidi come me, oppure i giovanissimi interessati al versante più didascalico del Videogioco.
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