Tchia
Tchia è un videogioco d’avventura, azione ed esplorazione in terza persona, sviluppato da Awaceb sotto bandiera Kepler Interactive come supporto alla distribuzione. Puoi trovarlo su PC Windows e piattaforme PlayStation dal 21 marzo 2023. Su PC si trova in esclusiva temporale su Epic Games Store, la versione su Steam arriverà nei prossimi mesi.
Scoprire la Nuova Caledonia

La Nuova Caledonia è una collettività francese di isole situate nell’oceano Pacifico. Si tratta di isole tra le più belle del mondo, a circa millecinquecento chilometri dall’Australia, incastonate tra Vanuatu, Fiji e Nuova Zelanda.
Il team di Awaceb lavora a Montreal ma è originario della Nuova Caledonia. Ha voluto realizzare Tchia per consegnare alla storia dei videogiochi un memoriale del loro talento e della propria terra natia.
Potremmo concordare nel dire che, la Nuova Caledonia mostrata in Tchia sia un autentico personaggio non-giocante. Pur essendo un arcipelago di fantasia, è ricostruito fedelmente su un’ambientazione realmente esistente che ha il fascino e l’esotismo di un mondo che non è il nostro.
Mi ha dato un po’ lo stesso effetto che mi ha dato la Nuova Zelanda, opportunamente prestata a narrarci le vicende di una certa trilogia ambientata nella Terra-di-Mezzo e firmata Peter Jackson.
Un omaggio ai classici d’esplorazione

Il primo videogioco che mi è venuto in mente, giocando a Tchia, è stato The Legend of Zelda: the Wind Waker. Pur non condividendo lo stile grafico, il lavoro svolto da Awaceb su Unreal Engine ha dato a Tchia un’inconfondibile stile “cartoon digitalizzato”, tanto in voga ormai.
Da un lato è impossibile confondere i due titoli. Dall’altro, quando ho completato il tutorial e ho visto la zattera e l’aliante ho subito pensato a quel piccolo, grande, gioiello di Nintendo.
Va da sé che Tchia sia, prima di ogni cosa un gioco esplorativo. Ma semplificarlo a questo semplice aspetto sarebbe un grandissimo errore. Perché possiamo attingere a poteri magici di un Ukulele o trasmigrare l’anima della protagonista nel corpo di una delle creature che abitano l’arcipelago, per sfruttarne le doti e raggiungere punti altrimenti inaccessibili per la bambina che dà il titolo a questo gioco.
L’abito non fa il monaco

Ho scritto, più su, che Tchia ha un inconfondibile stile “cartoon digitale”. Questa caratterizzazione del titolo, però, non deve trarre in inganno. C’è molto più in questo titolo di Awaceb, di quanto colpisca la vista.
La trama è affidata ad un narratore che racconta le gesta della mitica bambina, ad un gruppo di orfanelli. L’avventura di Tchia si basa sulla Cerca del padre rapito e della lotta contro un dittatore che non rispetta né esseri umani né madre natura.
Tchia può evocare e prendere il controllo di decine di creature, esponendo il gameplay ad una varietà che ormai è rara. Quello che mi ha colpito di più, dal canto mio, è stata l’assoluta attenzione ai dettagli. Gli sviluppatori non hanno lasciato nulla al caso.

Un esempio su tutti è la gestione dell’ukulele. Si suona tramite un sotto-gioco ritmico, mostrando gli accordi di chitarra reali. Anche la posizione delle dita sulla tastiera delle note dello strumento a corda, è totalmente rispettata e aderente alla realtà.
Un “Sol” prevede le dita posizionate in un modo preciso, per toccare le corde giuste, così come il “Re” e tutte le altre note. Tchia, in un certo senso, suona “davvero”. Anche noi, nella realtà, possiamo suonare le stesse note, le stesse musiche, di Tchia senza affanno.
Altra gradita sorpresa dell’anno

La qualità dei videogiochi di quest’anno mi stupisce sempre di più. Dopo The Last Spell, di recente uscita, anche Tchia si unisce a quel gruppo di videogiochi estremamente interessanti ma, soprattutto, ben realizzati.
Tchia promette di toccare le corde del cuore di chi decide di farsi guidare dall’avventura, dalla leggenda, dalla magia e dalla Cerca che l’omonima protagonista affronta.
Astenersi adoratori dello splatter, delle armi da fuoco, dei ritmi frenetici, dell’inferno di proiettili. Qui si gioca per divertirsi in altro modo, con un passo del tutto diverso, riflessivo, introspettivo.