MAG
Massive Action Game, meglio conosciuto come MAG, è arrivato in esclusiva per Playstation 3, nel tentativo di imporsi nel genere di videogiochi più gettonato, abusato, ma anche giocato negli ultimi lustri: lo sparatutto in prima persona (o FPS, che dir si voglia). In principio era Doom (o se vogliamo Wolfenstein 3D), poi Quake, poi venne Half Life, in seguito Halo. Infine arrivò Call of Duty, con la sua naturale evoluzione, Modern Warfare. L’esperienza in singolo, però, ha lasciato campo alla competizione in rete, autentico banco di prova per tutti i veterani degli FPS. Sarà riuscito MAG a prendersi un posto nell’Olimpo degli sparatutto? Scopriamolo insieme.
La Guerra Ombra e le PMC
Il lavoro di contestualizzazione, operato dagli sviluppatori Zipper Interactive, è lodevole e riuscito. Si narra che in un presente alternativo vi siano tre potenti multinazionali dedite alla guerra. Queste “Compagnie Militari Private” (chi ha una reminiscenza da Metal Gear Solid 4 è scusato), conosciute con l’acronimo anglosassone di “PMC” sono la S.V.E.R. di matrice Russa, la Valor di origine nord-americana e la Raven, di provenienza europea. Ogni fazione ha dalla sua parte delle caratteristiche o dei principi morali ben caratterizzanti: la Raven, per esempio, punta forte sull’avanguardia tecnologica che dona un vantaggio sul campo non indifferente. La Valor può contare su una tradizione bellica invidiabile e schiera i più esperti veterani della guerra moderna. La S.V.E.R., invece, è una compagine formata da volontari asiatici che si oppongono all’oppressione delle super potenze europee e nord-americane.
Il conflitto di scala globale in cui le fazioni convergono, viene definito Guerra Ombra. Il nome è dovuto alla natura degli scontri, deliberatamente nascosti all’attenzione dei mass media e, di conseguenza, dei cittadini. La finta propaganda d’arruolamento che colpisce il giocatore è ben congegnata. Se l’utente non si limitasse alla rapida sequenza introduttiva in cui viene presentata ciascuna compagnia militare, troverebbe in internet delle pagine web in cui ogni fazione prova ad accattivarsi l’attenzione dell’interessato.
Armeria, caserma e abilità: il soldato prende forma
La prima operazione da compiere è selezionare la fazione d’appartenenza. La scelta merita molta attenzione perché non potremo più cambiare bandiera in corso d’opera, ma solo dopo il raggiungimento del livello 60 del personaggio. La personalizzazione del nostro alter-ego è limitata al tipo di volto e al tipo di voce. Dopo aver fatto ciò verremo catapultati nel vivo dell’azione. Passato un rapido tutorial che ci spiega i comandi base, abbiamo accesso – oltre che ai classici pulsanti delle opzioni e della community online – all’armeria, alla caserma e alle missioni a nostra disposizione.
L’armeria è il luogo in cui viene scelto l’equipaggiamento e dove questo viene personalizzato. Con il proseguimento della carriera militare, infatti, avremo accesso ad equipaggiamenti aggiuntivi o miglioramenti per le armi a nostra disposizione. Ad attenderci vi sono tre tipologie di armamento. Il primo è quello d’assalto, con armatura intermedia, mitra e granate a frammentazione. Il secondo tipo è quello da ricognitore, l’armatura è leggera, garantisce molta velocità e scarsa protezione, ma l’arma da impugnare è un letale fucile da cecchino per mietere vittime con un colpo solo. Il terzo tipo è quello definito di supporto, l’armatura è pesante, le difese grandi ma la mobilità scarsa e l’arma d’ordinanza è un potente fucile mitragliatore. Inoltre trova spazio un potente lanciarazzi anti-carro.
Nella caserma si trova un riepilogo del nostro personaggio e da qui si può formare una squadra operativa con i propri amici. Sempre in questo luogo si gestiscono i punti abilità a nostra disposizione, questi servono a migliorare la stabilità o la precisione delle armi, a migliorare le capacità fisiche del personaggio o a comprare armi più efficaci. I punti abilità si ottengono accumulando punti esperienza durante gli scontri a fuoco.
Massive Action Game sì o no?
Chi pensava di creare un personaggio e calarsi immediatamente in un campo di battaglia caratterizzato da centoventotto fanti per parte, deve soffermarsi e farsi chiarire un paio di dettagli. E’ verissimo che c’è una modalità di gioco (quella denominata “Dominio”) in cui effettivamente si è in 256 a scontrarsi. E’ altrettanto vero, però, che per arrivare alla tanto agognata modalità bisogna farsi le ossa. Prima di ogni cosa bisogna esercitarsi nella modalità “Sbarramento”, che è sostanzialmente un deathmatch a squadre in cui 32 membri della stessa fazione inscenano uno scontro con pallottole “non letali”. Al raggiungimento di un determinato livello d’esperienza (e dopo svariate ore di gioco) si spalancano le porte della modalità “Sabotaggio”. In altre parole la fazione che attacca deve conquistare per un certo tempo due obbiettivi. Archiviati questi, si sblocca un terzo obbiettivo da demolire con l’installazione di esplosivo al plastico. Bisogna far gavetta per diverse ore – nonché accumulare ulteriori livelli di esperienza – prima di raggiungere la modalità “Acquisizione”, che è un modo più colorito di definire la classica modalità “cattura la bandiera”: nel caso di MAG bisogna catturare dei veicoli e portarli dietro le linee amiche.
Nella modalità Dominio, invece, 128 commilitoni affronteranno altrettanti militari di una fazione opposta. L’armata è divisa rigorosamente in squadre e il gioco solitario – oltre che sconsigliato – è decisamente deleterio. Ogni squadra avrà un proprio sotto-obbiettivo che andrà severamente perseguito. Ovviamente sarà fronteggiata da una squadra avversaria di difesa. La sensazione di essere in un campo di battaglia, di far parte di un conflitto più grande del mero scontro tra due squadre è ben presente. Quello che bisogna obbiettare all’ultima fatica di Zipper Interactive è l’eccessiva lentezza con cui il personaggio guadagna esperienza, punti abilità ed accesso alle missioni più interessanti.
L’energia è indicata in maniera classica, con un indice che parte dal valore di 100 e scala man mano che saremo colpiti dai nemici. Può essere ripristinata dai medici della squadra o da preziosi kit da acquistare con i punti abilità. Ad eccezione dei colpi alla testa, delle mine anti-uomo, delle granate o dei razzi, cadremo sempre al suolo e subiremo un dissanguamento. In questo caso solo i medici potranno rianimarci, oppure potremo decidere di morire istantaneamente e attendere il respawn.
Pietra miliare o buon diversivo?
Graficamente parlando il gioco di Zipper non impone nuovi standard qualitativi. Non è tutto da buttare alle ortiche, ci mancherebbe, perché la gestione dell’illuminazione, della profondità di campo e delle ombre è ben realizzata. Ma a diretto confronto con un certo Modern Warfare, o con l’esclusivo Killzone 2, si vede MAG uscirne sostanzialmente sconfitto. La sufficienza visiva può essere motivata dall’impiego di ingenti risorse verso i server di gioco e sulla qualità dell’esperienza offerta. Le mappe di gioco sono appena dodici, e questo potrebbe fare storcere il naso agli esigenti palati che sono abituati alle sedici location di Modern Warfare 2. Nonostante la poca quantità, bisogna segnalare una discreta qualità delle stesse, grandi abbastanza e ben costruite per soddisfare tanto i cecchini quanto gli assaltatori. Se tecnicamente MAG non fa gridare al miracolo, videoludicamente si fa apprezzare per il lag praticamente inesistente, un matchmaking ben strutturato (ad esempio non saremo schierati contro avversari di livello elevato se siamo fresche reclute) e tempi di attesa ridotti all’osso. In meno di un minuto la battaglia di “Dominio” con centoventotto soldati per parte viene organizzata e saremo subito lanciati nella mischia: sorprendente. Sul fronte del sonoro, se si sorvola sull’insipida colonna sonora, gli effetti sono molto convicenti e la chat vocale dedicata rasenta la perfezione.
Tirando le somme
Il titolo di Zipper Interactive è uno sparatutto “massivo” dedicato esclusivamente alla competizione in rete: astenersi cuori solitari. Non crediamo di sbagliare affermando che MAG non è un acquisto imprescindibile per un veterano degli sparatutto, quanto un titolo estremamente valido ed un’ottima alternativa, specie se si conosce a menadito ogni anfratto degli sparatutto usciti in precedenza che fanno della competizione online il loro fiore all’occhiello. Il diretto confronto con i mostri sacri del genere non viene giocato neanche alla pari, poiché MAG non offre neppure una minima esperienza in giocatore singolo. Per volontà degli sviluppatori il gioco è votato ad un tipo di condotta corale, in cui i giocatori sono praticamente costretti a far gruppo per non essere “fraggati” impietosamente, e solo in questo modo saranno premiati da punti esperienza aggiuntivi. Se tutto ciò è estremamente verosimile (in un conflitto su ampia scala, la divisione in squadre d’assalto è doverosa e garantisce ordine e disciplina) a qualcuno, questa impostazione potrebbe calzare stretta.
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