Half Life – Cronaca di un mito – Parte II
E’ il 16 novembre 2004, più di cinque anni sono passati, dalle disavventure dell’intrepido e silenzioso Gordon Freeman, 27enne ricercatore in stanza a Black Mesa, Nuovo Messico. Tanto tempo, però, è trascorso solo per noi videogiocatori.
Cosa è successo al protagonista della più famosa serie di sparatutto in soggettiva della storia del Personal Computer? Alla fine del primo Half Life fu messo in stasi da un misterioso “uomo con la valigetta” , il quale gli disse di seguirlo e continuare a collaborare con lui, se non avesse voluto fare una brutta fine: la classica offerta che non si poteva rifiutare.
I disastri causati dal fallito esperimento di Black Mesa sono soltanto cominciati. La famosa cascata di risonanza, che tanta morte e devastazione ha portato alla base segreta, ha spalancato le porte ad alieni invasori che non si sono fatti pregare, e hanno varcato i numerosi portali aperti accidentalmente dagli scienziati in Nuovo Messico.
In sole sette ore le forze terrestri sono colte alla sprovvista e spazzate via da un consorzio di forze aliene, meglio conosciute come Combine. Prima della fulminea invasione, il governo U.S.A. fece appena in tempo a bombardare Black Mesa nel tentativo di insabbiare ogni traccia della fonte di tutti i guai del pianeta. Superiori per numero e tecnologia, gli alieni sconvolgono in pochissimo tempo ogni struttura sociale per impiantare la propria.
L’unico scopo della loro invasione è di assorbire la tecnologia umana, assumere il controllo delle risorse planetarie (minerali, energia ma anche l’aria stessa) e reclutare nuove forze militari per proseguire nei loro utopici piani di conquista dell’universo.
Un pugno di uomini guidati dagli scienziati superstiti di Black Mesa (i dottori Vance e Kleiner) formano la Resistenza, che si oppone ai Combine e al nuovo leader dell’umanità, una sorta di “governatore” alle dipendenze degli alieni: il dott. Breen, un tempo amico e collega dei capi della resistenza umana, adesso traditore e difensore della causa extraterrestre.
Tra gli alleati, oltre alle nostre vecchie conoscenze, troverà posto nei nostri cuori la bella Alyx, figlia del dott. Vance che ci affiancherà occasionalmente e ci aiuterà, oltre che con la pistola, con consigli e appassionati monologhi che hanno l’intenzione di far breccia nel cuore di Gordon e, in prospettiva, nel cuore del giocatore/protagonista.
La storia di questo titolo si svolge nella Città n. 17 (City Seventeen, ndr), al centro della quale si erge, monumentale, la “Cittadella”, quartier generale dei Combine in questa città. Gordon Freeman viene prelevato dalla stasi a cui era andato incontro seguendo “l’uomo con la valigetta” e si trova immerso in uno scenario distopico e terribilmente inquietante.
L’intera città è in quarantena, la gente costretta a vivere ghettizzata, priva di libertà d’espressione o di intimità. Chi non sopporta questa terribile condizione decide di farsi cancellare la memoria e di rinforzare le milizie Combine “anche solo per un pasto decente” (parola di un cittadino incontrato all’inizio del gioco).
Evitando accuratamente di rivelarvi troppe informazioni, vi basterà sapere che arrivando alla conclusione di questa avventura non vedremo la parola “fine”, ma tutto è lasciato ad eventuali risvolti.
Half Life 2 (HL2) viene commercializzato con un anno di ritardo a causa di un furto informatico che ha causato il rilascio del gioco in anteprima sui canali virtuali. La reazione di Valve fu severa, inoltre venne ideata e resa operativa una piccola nuova realtà: Steam, un portale dedicato all’attivazione del gioco altrimenti impossibile da poter giocare.
La necessità di avere un collegamento ad internet per poter giocare anche solo la modalità in singolo del gioco, fu una delle tante novità introdotte dai ragazzi di Valve Soft. che a quanto pare non sono contenti se non pubblicano un gioco senza rivoluzionare qualcosa.
Il motore che si cela dietro i poligoni di HL 2 prende il nome di Source e, al contrario del primo HL, in questo caso è un engine grafico creato da zero da Valve. Ai virtuosismi grafici e alla riproduzione dell’acqua (la più realistica di quell’anno e per molto tempo da allora) si affianca un nuovo motore fisico per rendere l’esperienza di gioco il più verosimile possibile.
Tale motore fisico prende il nome di Havok e si affermerà come elemento inscindibile per i migliori titoli in circolazione. Uno dei primissimi titoli a sfruttarlo e non solo in maniera coreografica fu, ovviamente HL2.
I livelli di gioco sono per la maggior parte all’aperto, come i nuovi standard impongono, e gli scenari di gioco lasciano semplicemente a bocca aperta. Inoltre alcune aree sono percorribili da mezzi di locomozione, nello specifico un hovercraft che serve a superare indenni i canali ormai putrescenti e radioattivi che scorrono intorno alla città e un buggy dotato di cannone per affrontare l’autostrada che porterà alle soglie della cittadella.
Le armi a nostra disposizione sono, in parte, quelle che già conosciamo, a partire dal piede di porco e per finire con il fucile a pompa. Le armi inedite e assolutamente fantastiche da usare invece risulteranno: la mai troppo lodata “Gravity-Gun” (o Pistola Gravitazionale) e il “feropodo di formicaleone”.
La prima è un’arma non convenzionale che serve a sollevare qualunque tipo di oggetto e di spostarlo con molta facilità oppure di spararlo lontano da noi a velocità incredibile. Con questa pistola tutto ciò che caratterizza un livello diventa un’arma: pensiamo un attimo a cosa accade in una falegnameria piena di ruote dentate e di macchinari da prendere e scagliare con forza micidiale contro i nemici di turno.
Pensiamo agli effetti di un barile pieno esplosivo sensibile a forti urti, che viene raccolto dal raggio della pistola e scagliato addosso ai nemici mentre noi ce ne stiamo a distanza di sicurezza, oppure ad un sifone strappato dalla parete e pronto per essere sparato in faccia al malcapitato di turno. Semplicemente gratificante e spettacolare. Ma non è solo in fase d’attacco che la G-gun ci viene in aiuto, perché avendo la capacità di attrarre a sé gli oggetti possiamo farci scudo con alcuni di questi, espandendo ulteriormente le strategie e la varietà con cui possiamo toglierci d’impiccio dalle situazioni. Inoltre alcuni enigmi di gioco sono stati creati proprio prevedendo l’utilizzo di questa arma.
Il “feropodo” è una ghiandola che sarà estratta, più avanti nel gioco dai resti di una “regina formicaleone”. La specie del formicaleone è un gigantesco insetto alieno stabilitosi nelle spiagge intorno a City 17 e sensibile alle vibrazioni del terreno. Basterà muovere un passo sulla sabbia per ritrovarsi circondati da numerosi insetti sbavanti che ricordano tantissimo quelli già visti nel film “Starship Troopers”. Grazie al feropodo faticosamente conquistato più avanti nel gioco vestiremo i panni di “re dei formicaleone” e guideremo un assalto ai Combine. Il nostro esercito di insetti alieni ci seguirà fedelmente e scatterà all’attacco dimostrandosi semplicemente devastante.
Le somiglianze con l’opera di G. Orwel, “1984”, sono poco nascoste. E’ impossibile non coglierne i riferimenti trovandoci immersi in una città che ricorda la Londra presentata dallo scrittore. Ma i riferimenti non si fermano qui, perché anche i temi di “minoranza che domina la maggioranza” e “capo forte e carismatico” sono ben richiamati dalla presenza dei Combine e dal ruolo del dott. Breen che ricalcano il ruolo de “il partito e del Grande Fratello”. In entrambi i casi, la situazione in cui sono costretti a vivere i poveri cittadini è quella distopica e negativa che il famoso scrittore ha inventato.
I Combine, poi, nella loro politica espansionistica e nei loro modi di assimilare gli avversari, ricordano molto da vicino i più famosi Borg di “Star Trek”.
I formicaleone richiamano alla mente gli insetti alieni assassini della pellicola “Starship Troopers”, i “succhia-teste” ci riportano alla memoria i riprovevoli “face-hugger” presenti nella saga di “Alien”.
Sono tanti piccoli richiami, tante piccole ispirazioni da alcuni dei maggiori titoli che hanno scritto la storia della Fantascienza e che rivivono in Half Life 2 per dare a chi gioca un’esperienza indimenticabile ed evocativa.
La fine di HL 2 non è la fine dei giochi, non è la fine del conflitto tra i buoni e i cattivi. C’è ancora tanto spazio e ci sono ancora tante cose su cui far luce. Per questo il simpatico “uomo con la valigetta” torna prontamente a “congelare” Gordon in attesa liberarlo nuovamente in un altro luogo, per contrastare i folli disegni dei Combine invasori.
Parte I
Parte III
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Bal gioco (anche se non è il mio genere) e bella recensione. Complimenti!