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I tre titoli più belli del 2017 secondo me

Il 2017 è alle spalle da un paio di giorni, ormai, ma il ricordo della quantità di titoli dall’altissima qualità è certamente vivo e alcuni di questi (Horizon Zero Dawn e Mass Effect Andromeda, per citarne giusto un paio) mi accompagneranno nei prossimi mesi/anni perché il tempo di giocarli è molto poco ma la voglia di godermeli appieno è sempre tanta. In più ho rispolverato The Witcher 3 e quindi…ne avrò almeno per un lustro e mi dedicherò a selvaggio retrogaming!

Di tutti i giochi che, grazie alla collaborazione con ilvideogioco.com, ho potuto provare, è veramente difficile farne emergere tre. Sembra quasi offensivo dover escluderne qualcuno ma alla fine ho tirato le somme e ho deciso. Questa decisione è il risultato di semplici filtri: sono giochi che ho giocato più di 20 ore oppure ho portato a termine, sono giochi usciti nel 2017, sono giochi di mio gradimento.

Quest’ultima affermazione suona troppo ovvia ma bisogna farla, perché non gradisco i soulslike, non gradisco i titoli fortemente orientali e non gradisco le simulazioni. Per quanto possa riconoscerne le qualità e tessere le doti, quando penso ai “migliori giochi del 2017”, certamente penso a qualcosa di più congeniale ai miei (discutibili) gusti personali. Ma fatemi andare subito al dunque, ecco la mia top 3 del 2017 in pillole.

3. Prey

Prey è uno sparatutto in prima persona che alterna fasi di azione e di avventura, disponibile per Pc, PlayStation 4 e Xbox One. Il giocatore veste i panni di Morgan Yu, uno scienziato che deve uscire vivo dalla base spaziale di Talos I, fin troppo abitata da vita aliena.

In Prey, oltre alle armi, il giocatore fa affidamento ai Neuromod, delle modifiche cerebrali che attivano abilità (anche sovrumane) che permettono al protagonista di fare cose che, altrimenti, sarebbe impossibile compiere. L’esplorazione della base è libera, tuttavia per accedere alle aree avanzate occorre trovare chiavi o sbloccare abilità e tutto ciò incoraggia la ricerca e l’approfondimento dell’ambiente circostante. E’ possibile tirar dritto per i titoli di coda, ma sarebbe un peccato non dare alla, fatica di Arkane Studios, l’opportunità di essere esplorata. Oltre a dover sparare agli alieni con un discreto campionario di armi e abilità, al giocatore è concesso di avventurarsi nelle immediate vicinanze della base spaziale, a gravità zero quindi, nello spazio orbitale, regalando anche l’ebbrezza dell’esplorazione tipica di un astronauta.

Chiudono un cerchio quasi perfetto una narrazione ben realizzata, un sistema di scelte e conseguenze ben ponderato e finali multipli che potrebbero incoraggiare anche il rigiocare. Tirando le somme, questo Prey convince da ogni lato lo si guardi e gli unici che potrebbero evitarlo sono quelli che mal digeriscono i giochi in prima persona o le trame fantascientifiche miste a horror o thriller (come Alien, giusto per citarne uno) o Half-Life e System Shock.

2. Hellblade: Senua’s Sacrifice

Hellblade: Senua’s Sacrifice è un videogioco d’azione e avventura in terza persona, ambientato in un medioevo mitologico e sviluppato da Ninja Theory: gli stessi di Enslaved: Odyssey to the West e Heavenly Sword. Graficamente da lasciare a bocca aperta e parecchio godibile sul fronte della giocabilità. Musica ed effetti sonori risultano semplicemente azzeccatissimi.

La storia di Senua, con i suoi demoni interiori, e il suo viaggio, di dantesca memoria, in un inferno sempre a metà strada fra il fisico ed il metafisico sono realizzati con una dovizia di particolari e un’attenzione per i dettagli da fare invidia a produzioni ben più grandi e costose. Il gioco scorre via velocemente, perché ritmi narrativi e coinvolgimento emotivo sono alti e martellanti. A qualcuno potrebbe non piacere il grado d’azione proposto, decisamente inferiore a quello dell’esplorazione e della risoluzione di enigmi ambientali (come quelli trovati in Rime o in The Witness). Contrariamente a Rime, però, ogni cosa che Senua fa per sbloccare una porta e proseguire ha un significato più o meno profondo e ogni cosa è spiegata, motivata.

Di breve durata, si porta a termine in poco meno di dieci ore, venduto a prezzo contenuto, diversamente dal solito, Hellblade: Senua’s Sacrifice si candida seriamente come uno dei giochi più belli a segnare questo 2017 (e già sono molti). Unico, difficilmente ripetibile, indimenticabile, consigliatissimo ad un pubblico maturo che cerca una bella storia da vivere e ricordare.

1. The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Titolo di lancio di Nintendo Switch e titolo di chiusura del mai troppo apprezzato Nintendo Wii U, The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha lo stesso effetto di un meteorite che scombussola l’ordine stabilito da anni ed anni di canoni e stilemi di gioco. Non mostra muscoli e capacità grafiche fotorealistiche e spacca-mascella ma, grazie ad una direzione artistica semplicemente sublime, che ricorda molto da vicino i capolavori di Hayao Myazaki, unita ad elementi di gameplay da free-roaming, avventura, walking simulator e videogiochi di ruolo, mette sul piatto dell’offerta un instancabile esperienza. Instancabile, indimenticabile, lunga, coinvolgente e mai noiosa.

Centinaia, migliaia, forse milioni di appassionati, grazie a questo titolo, si sono avvicinati al genere dei videogiochi di ruolo open world. Era dai tempi di Skyrim che non accadeva ma qui, oltre alla quantità, si loda la difficilmente eguagliabile qualità.

The Legend of Zelda: Breath of the Wild è il miglior videogioco del 2017 che ho giocato. Senza “se” e senza “ma”.

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