Remote Life
Può un solo uomo, appassionatissimo, amante dei mitici anni ’80 e ’90, realizzare un videogioco degno di omaggiare i più grandi classici arcade di 3 o 4 decadi fa? La risposta è si e Remote Life ne è la prova.
Sviluppato da New Game Level, studio formato da un solo programmatore di stanza in Italia, Remote Life è uno sparatutto arcade, a scorrimento orizzontale come ne ho recensiti in queste pagine. Basti pensare alla saga di Darius, Gynoug e Gleylancer. Qui, tuttavia, non torniamo indietro di quarant’anni con un’operazione amarcord: è un videogioco originale, uscito da poco su console e dal 2019 su Steam.
Rispetto per la tradizione

Remote Life ricalca fedelmente gli stilemi dettati dai grandi classici a cui si ispira. La trama tocca i più gettonati cliché: un’invasione aliena che minaccia di spazzare via l’intera umanità. Il gameplay tocca alcuni aspetti dei grandi del passato. Senza tralasciare l’inferno di proiettili e la fluidità dell’azione, mai sotto i livelli di guardia.
Il gioco sviluppa la trama attraverso una composizione in livelli. Ogni livello offre una sfida crescente ma, dettaglio non di poco conto, quella di base è già tarata verso l’alto.
Del tutto contrario alla tendenza di essere accessibile, Remote Life è un gioco che prende il giocatore e lo catapulta in situazioni ad alto tasso di difficoltà.
Più amarcord che originale

Remote Life offre tutta una serie di potenziamenti mirati a garantire la sopravvivenza della nostra navicella. Durante i livelli, infatti, possiamo raccogliere svariate armi. Ogni arma occupa uno dei quattro slot e va a sostituire l’arma precedentemente equipaggiata. Le armi standard hanno munizioni infinite, quelle raccolte – più potenti – hanno munizioni limitate.
Le forze aliene assumono forme di insetto, riportandomi alla memoria gli alieni di Men in Black o la scelta dei nemici di Darius di presentarsi come creature degli oceani.
Tutto, insomma, tende a posizionare Remote Life nel calderone di videogiochi che, più di convincere per l’originalità a tutti i costi, vincono l’effetto amarcord rievocando le glorie del passato.
Piccola grande perla

Quando gioco a Remote Life il tempo torna ad essere molto relativo, come quando giocavo da bambino. Gli effetti speciali sono di buon livello, la fluidità è ottima. La difficoltà alta che mi spinge ad essere più attento ed efficace quando affronto i livelli spietati.
Remote Life di New Game Level non è di certo un gioco rivoluzionario. Ma si lascia giocare con estremo piacere: una rivoluzione di tendenza, divertimento allo stato brado.
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