Demons Age – Prime Impressioni
Negli ultimi cinque anni, sono approdati su computer e console tanti di quei videogiochi di ruolo, di ogni fattura e ambientazione, che mi sembra di poter parlare di una “Età dell’Oro” dei videogiochi di ruolo. I mezzi per realizzarli sono alla portata di tutti e, sebbene non sia sempre possibile trovarsi di fronte a The Witcher 3 o capolavori simili, ci si può imbattere in titoli interessanti come Demons Age di BigMoon Entertainment (gli stessi di Lichdom Battlemage e Jagged Alliance: Back in Action), previsto per il 2017 per Pc Windows, PlayStation 4 e Xbox One e su cui ho avuto la fortuna di mettere le mani, provarlo di persona.
A primo impatto Demons Age è un videogioco di ruolo atipico, per me. Perché prima si presenta come un titolo del tutto simile a Diablo: è interamente tridimensionale, a differenza del gioco Blizzard la telecamera può essere girata e l’angolo di visuale più o meno allargato, ma la piega (gradevolissima) verso Pillars of Eternity e Baldur’s Gate stava dietro l’angolo. Appena il mio alter ego ha incontrato il primo avversario da battere, il gioco è andato in pausa, il terreno è stato suddiviso in esagoni e, proprio come in un gioco da tavolo, si procede a turni. Niente frenesia in tempo reale, ragionamento e tattica fin dal principio. I primissimi passi risultano molto facili, ma con il prosieguo dell’avventura si incontrano personaggi che ci affiancano e vogliono aiutarci e le piccole schermaglie presto diventano battaglie all’ultimo tiro di dado. Come se si giocasse a Dungeons & Dragons.
L’atipicità, ai miei occhi, è data dal fatto che prima di adesso, giocando a Baldur’s Gate, il gioco dovevi metterlo in “pausa tattica” tu, poi facevi ripartire l’azione ed il sistema escogitato rispettava sempre la turnistica tipica di un GdR cartaceo, tuttavia senza metterlo in pausa. In altri giochi, tipo Heroes of Might & Magic o Disciples, la fase tattica è del tutto slegata da quella avventurosa e gestionale, si cambia schermata e si fa la battaglia (un po’ quello che accade anche nei Total War). Qui non c’è separazione fra avventura e combattimento. Un momento prima si procede in tempo reale, si interagisce con personaggi ed oggetti, si esplora; un momento dopo si passa alla pausa, alla scacchiera esagonale, alla tattica e al gioco da tavolo vero e proprio. Personalmente ho molto gradito questa strana commistione.
I più giovani tra i lettori forse non lo sanno, ma i primissimi videogiochi di ruolo si ispiravano più o meno segretamente (quando non erano giochi ufficiali) a Dungeons & Dragons, che possiamo definire forse il più famoso videogioco di ruolo in salsa fantasy esistente. Demons Age trasuda Dungeons & Dragons da ogni pixel. Pur non avendo ancora visto alcun riferimento al noto gioco di ruolo cartaceo, appare fuori da ogni dubbio che gli sviluppatori si siano fortemente basati sul “sistema D20” (opportunamente adattato alle esigenze di un gioco per computer) che ricorda fortissimo l’edizione 3 di Dungeons & Dragons.
Stessi modificatori per colpire e per difendersi, stessi incantesimi, stesse classi e stesse razze per il personaggio principale e quelli secondari. Storia, personaggi ed ambientazione sono autentici, originali, non scopiazzati da altri giochi o altre opere letterarie. Le influenze dei grandi classici del Fantasy, tanto cartaceo come Tolkien, quanto videoludico come Baldur’s Gate sono evidenti, ma questo non ha impedito agli svilppatori di BigMoon Entertainment di sviluppare un’opera originale ed interessante.
Demons Age è ancora un cantiere aperto, un concentrato di buone intenzioni, ottime idee e classico gameplay. Le premesse per fare breccia nei cuori dei più stagionati, come me, sono molto buone. Speriamo di poterlo giocare presto nella sua versione definitiva per analizzarne più in profondità ogni aspetto.
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Sembra interessante…voglio provarlo 🙂