Elite Dangerous
Elite Dangerous è il colossal di David Braben e di Frontier Developments: solido, ben fatto, praticamente infinito, instancabile e sempre aggiornato e seguito dagli sviluppatori. Dopo aver superato lo scoglio iniziale (la pressoché assenza di tutorial, affidata a video di gameplay totalmente in inglese e senza sottotitoli) e fatta la prima esperienza di volo, tutto è questione di tempo e costanza, prima di padroneggiare ogni aspetto del movimento della nave, delle missioni, del conflitto tra super-potenze.
Graficamente impeccabile e ludicamente soddisfacente sotto ogni punto di vista. Rigorosamente in prima persona, totalmente in inglese e mai localizzato in italiano (e mai lo sarà, temiamo). Semplicemente immenso, come la galassia da 400 miliardi di sistemi solari pronta per essere esplorata in lungo ed in largo.
Non ci va giù, oltre alla già citata mancanza di testi (almeno quelli!) in italiano, che tengono lontani moltissimi appassionati interessati, la visuale del pilota affidata al sensore di movimento del joypad: pessima scelta da mettere in configurazione predefinita. Le poche e sporadiche pecche tecniche sono riconducibili al fatto che il gioco è da poco più di un mese su PS4 e va semplicemente ottimizzato un po’ meglio (ha già ricevuto un paio di patch mentre scriviamo questa recensione). Non andrà a 4K e a 200 frame per secondo su PS4, ma è comunque un gioco monumentale tanto per le dimensioni quanto per la qualità globale.
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