The Last Hero of Nostalgaia
The Last Hero of Nostalgaia è un videogioco di ruolo d’azione in terza persona, sviluppato dallo studio Over the Moon per Coatsink. Si può giocare su Steam oppure su Xbox e segue fedelmente gli stilemi dettati da From Software e i suoi soulslike.
Sebbene sia il titolo d’esordio per questi sviluppatori, l’editore Coatsink non mi suona nuovo perché ho provato negli anni Cake Bash, Phogs e Get Packed: titoli semplici, a basso budget e assolutamente divertenti, soprattutto in compagnia. Giudizi che confermerei anche per il gioco di cui andrai a leggere la recensione.
La sottile linea tra parodia e satira

The Last Hero of Nostalgaia è, in tutto e per tutto, un soulslike. Per chi si fosse perso gli ultimi dodici anni di storia dei videogiochi di ruolo d’azione: prima Demon’s Souls e poi Dark Souls hanno sdoganato quelli che potevamo definire dungeon crawler misti a roguelite, ma hanno definito uno stile talmente singolare da ritagliarsi un genere a sé stante.
A questo genere aderiscono anche Bloodborne e Sekiro: Shadows Die Twice, sempre griffati From Software. Mentre altri sviluppatori hanno provato a dire la loro, con Lords of the Fallen, The Surge, Fade to Silence, Mortal Shell e altri ancora.
The Last Hero of Nostalgaia non prova a dire la sua. Quasi clona Dark Souls in tutto e per tutto ma fa qualcosa che gli altri non hanno mai osato fare prima: satira. Ce ne accorgiamo subito, alla creazione del personaggio. Tante opzioni di personalizzazione che dovrebbero farci plasmare un alter-ego con i fiocchi ma, in realtà, nessuna opzione vale veramente qualcosa.

Perché il personaggio è sempre di spalle, nei giochi From Software è spesso in forma disumana, non viene inquadrato sul volto, non parla mai. Qui arriva il genio di Over the Moon: il personaggio, esteticamente, è stilizzato e ogni scelta da noi adottata è ininfluente. Geniali.
L’intento parodistico, infine, è riuscito soprattutto dalla voce narrante che introduce, descrive e commenta quello che facciamo durante la partita. A ricordarci che non bisogna prendere The Last Hero of Nostalgaia troppo sul serio.
Tanto clone quanto originale

Può suonare strano, anzi, stranissimo il titolo di questo paragrafo. Ma non riuscirei a definire The Last Hero of Nostalgaia diversamente. Perché da un lato abbiamo un titolo che ricorda in maniera imbarazzante Dark Souls, soprattutto sul piano prettamente di gioco.
Il sistema di controllo è praticamente identico, così come la gestione dell’equipaggiamento e dei potenziamenti. Anche alcuni boss possono ricordare quelli già affrontato nello scorso decennio. Immancabili falò che salvano i progressi, fungono da checkpoint e punto di rinascita fanno il resto, affiancati da quello stile oscuro e gotico al quale siamo anche tanto affezionati.
Ma c’è qualcosa che rende The Last Hero of Nostalgaia unico nel suo genere. Quasi a voler sfondare la quarta parete, narra di un mondo di gioco in decadenza, che fa deteriorandosi in pixel. Il nostro alter-ego riporta in auge la tridimensionalità e la bellezza dei poligoni dove arriva ad accendere il falò.

Le armi e gli equipaggiamenti hanno echi di memoria residua, come dei supporti di memoria. Quando arriviamo in un punto preciso del mondo di gioco, possiamo estrapolare queste memorie e sbloccare le vere funzionalità speciali di armi e armature.
Le classi selezionabili dal personaggio meritano un’ultima nota di colore. Fra “Datadino” e “Formattatore”, passando dalla caratteristica del personaggio “Codice” che sostituisce “Magia” o “Intelligenza”, tutto concorre nel calarci in un mondo di gioco consapevole di essere un prodotto sviluppato da qualcuno. Un po’ come accade per Narita Boy.
The Last Hero of Nostalgaia è il soulslike più sorprendente dell’anno. Tanto fedele all’opera di From Software quanto singolare. Divertente, ben concepito, inconfondibile, divertentissimo da giocare. A patto che ti piacciano i soulslike, certo.
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