La Decima Arte – parte II
Continua il nostro viaggio alla scoperta di quello che si cela dentro al videogioco. Nella prima parte abbiamo scoperto che nel novero delle arti possiamo identificarne nove, che vanno dalla primordiale architettura al moderno cinematografo. Abbiamo poi cercato di dimostrare quanta valenza abbia, nel videogioco, il concetto di architettura. Proseguiamo, quindi, con l’esame di altre due arti, nel tentativo di dimostrare che nessuna forma creativa sia estranea al videogioco.
Musica
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The Secret of Monkey Island
Da quando l’uomo batteva il piede sul nudo terreno accompagnandolo al suono di un tamburo e da suoni gutturali alla musica odierna il progresso è stato…NULLO. Infatti basta entrare in qualsiasi discoteca per rendersi conto della pericolosa involuzione che la Musica ha subito, soprattutto negli ultimi tempi. Si entra in discoteca e cosa si ascolta? Un battito incessante e suoni gutturali. Grazie al progresso tecnologico non occorre sapere suonare uno strumento, tutti possono fare musica con l’ausilio di pochi, pochissimi strumenti tecnologici e i risultati…possiamo sentirli tutti. Questo fenomeno certamente rappresenta una perdita irreparabile per la cultura musicale.
D’altro canto però, questo ha permesso di creare, per i videogiochi, colonne sonore ad altissimo impatto emotivo. Le musiche di un videogioco devono essere estremamente dinamiche, devono narrare insieme alle immagini (un po’ come accade nei film). Possono essere musiche contrastanti, o musiche in armonia con l’immagine. Pensiamo alle scene di Final Fantasy 7, alle battaglie di Rome Total War, Call of Duty, alla saga di Monkey Island. Assistiamo quindi due opposti casi: da un lato, l’estrema facilità con cui poter fare musica, crea l’imbarazzante commercializzazione di tutto quello che rumoreggia in discoteca. D’altra parte, anche se i programmatori non sanno suonare uno strumento, sono in grado di creare qualcosa di incredibilmente originale.
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Rome: Total War
Ammetterete che la continua ricerca dell’originalità e l’esigenza di dover offrire una base musicale “dinamica” ed “emotiva”, rende il compito di un “musico dei videogames” un compito tra i più affascinanti e artistici di sempre.
Pittura
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The Elder Scrolls IV: Oblivion
Se c’è un’arte che nei videogiochi è espressa al massimo, e subisce continue contaminazioni è proprio quella pittorica. E’ inutile fare un paragone tra la mole impressionante di colori a disposizione di un grafico per computer e la tavolozza di qualsiasi artista, come è inutile considerare che con un semplice carboncino sono state realizzate opere stupefacenti.
Qui possiamo parlare dei mezzi a disposizione dei grafici, che non sono più tela e pennelli, ma mouse e tastiera. Nella totalità dei casi, prima di passare alla creazione grafica di un videogioco, si parte dai bozzi fatti a matita, o da autentiche elaborazioni fatte su carta e poi tradotte su computer. Basta guardare i fondali di Baldur’s Gate, Final Fantasy, Saga Frontier 2 per farsi un’idea. Ma oltre ai fondali, pensiamo al tratto caratteristico dei giochi che passano alla storia: Monkey Island è inconfondibile, merito della sua rappresentazione “cartoon”, Soul Reaver si distingue come pochi grazie alla sua espressione goticheggiante, stesso discorso vale per Diablo.
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Darksiders: Wrath of War
Non di meno, le citazioni di pittori reali si sprecano. Molto clamore ha suscitato la realizzazione di Shadowman, palesemente ispirata alle opere visionarie di Pietre Bruegel. Pensate che l’artista non sarebbe stato colpito dalla possibilità di vedere “viva” una sua opera?
La pittura viene utilizzata nei videogiochi in quanto fonte di ispirazione o come citazione dotta, e può essere considerato un ottimo sistema per farne conoscere le meraviglie anche a chi non frequenta mostre o gallerie.
Parte I
Parte III
Parte IV
Parte V
Categorie
Della pittura… non dimentichiamo che ci sono mostre anche sugli artwork dei giochi. Assassin’s Creed Brotherood docet.
Bello speciale. La gente deve leggere e capire che il videogioco è una cosa ormai importante.