La Decima Arte – Parte IV
Il viaggio alla scoperta delle forme d’arte che risiedono nel videogioco giunge alla quarta parte. In questo articolo apprenderemo quanto possa essere notevole il lavoro che coinvolge la danza e il cinema all’interno di una produzione ludica. E sebbene qualcuno può considerare forzato, il legame tra danza e videogioco, non si può certo negare che con il cinema si è arrivati ad un punto tale che potremmo definire simbiotico.
Danza
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Final Fantasy VIII
Ci sarebbe ben poco da collegare, tra l’armonia e la grazia di un movimento del corpo, al tempo di musica e le movenze meccaniche dei primi protagonisti di videogiochi. Avremmo ugualmente difficoltà nel rapportare questa arte al mondo dei videogiochi, nonostante i passi da gigante che questi hanno compiuto degli ultimi anni.
Ma se c’è una cosa che accomuna il più severo ed esigente dei coreografi e un programmatore di movimenti nei videogiochi è la massima attenzione e dedizione nello studio dei movimenti del corpo. Anche se tra la vera danza e una “danza tra proiettili” in uno sparatutto in terza persona ci sono differenze abissali, ciò non toglie che se dovessero ballare veramente, i protagonisti dei videogiochi non esiterebbero a farlo, e nella maniera più umana possibile.
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Jade Empire
Questo è possibile tramite la tecnica del “Motion Capture” che cattura le movenze umane di un attore o un ballerino tramite sensori collegati ad un programma per computer. Da qui alla realizzazione di movimenti per qualsiasi creatura digitale il passo è breve, il tutto a vantaggio di movimenti estremamente realistici e fluidi. Un paio di esempi molto significativi di personaggi che danzano sono: Squall e Rinoa di Final Fantasy 8 in una delle scene più romantiche viste della storia del videogioco e Cate Archer nell’introduzione del gioco “No One Lives Forever” in cui balla al ritmo di una canzone anni ’60.
Cinema
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Heavy Rain
Il rapporto tra videogiochi e cinema si è talmente fatto così stretto da potersi ormai dire simbiotico sotto molti punti di vista. In molti casi siamo stati testimoni di videogiochi ispirati a film di successo ma che proponevano schemi di gioco obsoleti e poco innovativi, giochi creati con l’unico scopo di vendere e lucrare alle spalle dei fans.
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Alan Wake
Fortunatamente non è stato così nella totalità dei casi, anzi, in moltissimi esempi assistiamo alla perfetta integrazione tra cinema e videogioco che hanno dato vita a titoli che espandevano i confini delle storie cinematografiche aggiungendo dettagli, eventi e particolari, permettendo di vivere le trame del film in una prospettiva del tutto nuova.
E’ il caso di Guerre Stellari, meravigliosamente proposto in titoli quali Dark Forces, Tie Fighter, Jedi Outcast. Ma anche Indiana Jones, Blade Runner, Alien, Predator.
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Star Wars: Jedi Outcast
La tendenza comunque si è completamente invertita negli ultimi anni, dovuta in parte al progressivo innalzamento della qualità dei videogiochi, e in parte al fatto che le trame e i personaggi dei titoli per computer hanno iniziato a raggiungere profondità e qualità pari, e a volte addirittura superiori a quelle proposte dai lungometraggi.
Il risultato è che “la settima arte” ha cominciato a prelevare a man bassa idee dal mondo dei giochi, portando sul grande schermo Lara Croft e la saga di Final Fantasy, solo per citare due esempi. Per comprendere le motivazioni di questa scelta è sufficiente considerare come il cinema sia stato definito Arte proprio per la sua capacità di fondere tra loro elementi da altre discipline. Esattamente quello che, come stiamo appunto esaminando, i videogiochi fanno con estrema naturalezza. Già dalle introduzioni di un videogioco si notano le fortissime similitudini con il cinema. Basti pensare all’introduzione di Final Fantasy 8 o Half Life.
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Tomb Raider: Underworld
Possiamo affermare, quindi, che il videogioco espande a dismisura i confini del cinema; un processo cominciato con le avventure grafiche, passato attraverso i cosiddetti “film interattivi” e giunto a dare ai personaggi virtuali una parvenza umana nell’aspetto e nei movimenti (scultura e danza), cose intelligenti da dire per mezzo di una trama approfondita e spesso ramificata (letteratura), e un ambiente realistico ricco di suoni e colori (architettura, musica, pittura).
E’ certo che niente eguaglierà l’elemento umano degli attori reali, ma possiamo essere ragionevolmente sicuri che le potenzialità creative offerte da un computer risultino di gran lunga superiori a quelle di una cinepresa. Del resto è il cinema che sfrutta il computer per gli effetti speciali, non viceversa.
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Parte II
Parte III
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