Pubblicato il 21 dicembre 2019 da Aurenar1 commento Speciali

I giochi più belli del decennio, secondo me – a.D. 2013

Siamo arrivati al giro di boa. Quinta parte della serie i più bei giochi del decennio, secondo me. Oggi parleremo di quello che ho giocato, e apprezzato, maggiormente dell’annata del 2013. Perdona il mio essere ripetitivo, ma qui troverai gusti discutibili e tanta tanta soggettività. Quindi non ti allarmare se non dovessi incontrare i tuoi gusti personali in termini di videogiochi: lettore avvisato. Ora torniamo a quell’anno d’oro.

Il 2013 vede Xbox 360 ma, soprattutto, PlayStation 3 esplodere gli ultimi botti di fine generazione. Io (ma anche tantissimi altri) esattamente come quando giocai Splinter Cell: Chaos Theory su Xbox, mi chiesi giorno per giorno “ma con questa qualità, chi ha bisogno di nuove console”? Poi sono arrivate PS4 e Xbox One e la mascella è caduta per terra per mesi. Fin da subito ho goduto dei primi lustri di inizio generazione (e aspettavo, eccitatissimo, quelli annunciati). Giusto per ricordarmi, e ricordarti, cosa ho giocato e cosa ho amato di quell’anno:

Assassin’s Creed IV: Black Flag
Battlefield 4
BioShock Infinite
Killzone: Shadow Fall
StarCraft II: Heart of the Swarm
Tom Clancy’s Splinter Cell: Blacklist
Ryse: Son of Rome
Total War: Rome 2
Beyond: Two Souls
The Last of Us
Injustice: Gods Among Us
Remember Me

Il videogioco che ha segnato indelebilmente il mio 2013 e che mi ha divertito così tanto da difenderlo sempre, nonostante tutto, è Tomb Raider.

Già ti vedo, vi vedo: facepalm a manetta, scuotimento di testa, segno di diniego, delusione potente e altro vario ed eventuale. Ma Tomb Raider è stato certamente un bellissimo trauma. Reduce da fasti e nefasti della serie, dopo aver goduto tantissimo per la prima trilogia di Crystal Dynamics iniziata con Tomb Raider Legend, proseguita da Anniversary e terminata con Underworld, l’avvento di Lara Croft all’alba della nuova generazione di videogiochi mi è piaciuto da ogni lato si potesse guardare.

Un reboot azzeccatissimo per una serie che stava rischiando di impantanarsi nei suoi stessi punti di forza, come negli anni ’90. Scelte coraggiose di sviluppatori e scrittori, che hanno ridefinito un brand e dato nuovo lustro ad un’eroina e un’icona dei videogiochi che ci accompagna dal lontano 1996.