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I giochi più belli del decennio, secondo me – a.D. 2019

Siamo arrivati alla fine di questa discutibilissima iniziativa, che mi ha portato a scrivere una sequenza di articoli dedicata a i giochi più belli del decennio appena passato. Grazie per avermi letto, grazie per avermi giudicato, probabilmente avrai pure commentato, sicuramente mi avrai biasimato. Ma sai cosa? Sticazzi, si dice così, no? Prima di passare a riassumere il mio 2019 in pochissimi passaggi, volevo ringraziarti per la lettura o le letture di questa insolita rubrica.

Il mio 2019 videoludico è stato caratterizzato da un terremoto che ha spazzato via gli ultimi dieci anni della mia vita. Un cambiamento molto radicale che ha coinvolto anche il mio modo di dedicarmi ai videogiochi. Forse peggio che negli anni passati, questi 2019 è stato caratterizzato da moltissime prove di giochi ma da pochissimi traguardi dei tanto sospirati titoli di coda. Storicamente passa alla storia per il primo videogioco di Hideo Kojima dopo il divorzio da Konami: Death Stranding che diventa, in breve, un fenomeno di culto.

Di giochi assolutamente imperdibili è pieno tutto l’anno e anche questa volta le nuove console arrivano inevitabili, ma anche senza troppi sospiri e fretta. Tra i giochi che mi interessano di più indico Control, di Remedy Entertainment e lo storico ritorno al futuro di Shenmue III. Non dimentico nemmeno Borderlands 3 non ancora su Steam, Devil May Cry 5 e Days Gone.

Tra le tante perle provare quest’anno, personalmente, annovero le seguenti. Da evidenziare il fatto che tra Spiders e Obsidian, mi sono sentito tornare a dieci anni fa grazie ai loro videogiochi di ruolo:

Ma il mio 2019 resta legato alla bellissima esperienza legata a GreedFall.

GreedFall è un videogioco arrivato dal 2005, sembra sviluppato dalla migliore BioWare che la mia mente possa ricordare. Offre un’ambientazione originale, una storia matura e scritta benissimo, personaggi a tutto tondo. Più che guardare a Breath of the Wild e The Witcher 3, ammicca lussuriosamente a The Witcher 2: Assassins of Kings e la cosa non può che farmi piacere!

Al tempo di recensirlo ho scritto:

Essere fuori tempo, apparire démodé, nel mondo dei videogiochi suona come un’offesa e un difetto, di norma. Ma questo continuo odorare di videogioco di ruolo incastonato tra il 2004 e il 2009, questo suo fare “vecchia scuola”, in un periodo in cui la “nuova scuola” non fa altro che sacrificare la qualità a favore della quantità, è un pregio non da poco. Greedfall sembra un gioco vecchio, ma questo lo rende un gioco bellissimo e originale a vedersi e a giocarsi.

 

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